Di nuovo Romney. Salvo sorprese le primarie repubblicane in Florida oggi saranno vinte da Mitt Romney. Gli ultimi sondaggi lo danno in vantaggio su Newt Gingrich di oltre dieci punti. Il recupero dell’ex governatore del Massachusetts è dovuto a due fattori diversi: il primo è l’ultimo dibattito televisivo, nel quale Romney ha stracciato l’avversario. Il secondo è l’inconsueto seguito che il candidato mormone sta avendo nell’elettorato più sensibile ai temi religiosi. Altrove, evagelici e cattolici vedrebbero con molta diffidenza un seguace del libro di Mormon e del profeta Joseph Smith. In Florida, invece, le cose stanno diversamente: il passato imprenditoriale di Romney fa presa più della sua fede, così anche gruppi che solitamente non lo sceglierebbero come loro candidato, oggi voteranno per lui.
Ad agevolare il compito di Romney c’è stato un calo delle performance di Gingrich, arrivato nel Sunshine State col fiato corto e che ieri a domanda precisa ha per la prima volta ammesso che in caso di nomination di Romney, lui «lo voterebbe». Certo, contro Obama il vecchio Newt sceglierebbe qualunque repubblicano, ma il fatto che l’abbia detto esplicitamente alla vigilia di un voto importante come quello in Florida è emblematico.
Ciò che non è accaduto in questi giorni, invece, è lo schierarsi da una parte o dall’altra e i big locali del partito. In particolare l’ex governatore Jeb Bush e il senatore Marco Rubio. Romney ha provato in tutti i modi a conquistare l’endorsement del fratello dell’ex presidente, ma Bush jr ha deciso di rimanere neutrale.
Lo stesso ha fatto il senatore ispanico Rubio che secondo molti analisti potrebbe anche essere un possibile pretendente alla candidatura a vicepresidente, sia in caso di nomination per Romney, sia in caso di nomination per Gingrich.Twitter: @giudebellis
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