Ronaldo in Brasile, contratto a rischio

La terapia suggerita in Brasile prevede la manipolazione del sangue del giocatore. Il procuratore federale non esclude un'inchiesta. Intanto se non torna entro giovedì salta il rinnovo del contratto

Ronaldo in Brasile, contratto a rischio

Milano - Ronaldo è come i fili dell’alta tensione. Chi li tocca rischia di restare folgorato. Così succede al Milan in questi giorni che segnano il lento e macchinoso avvio del campionato, con la Champions alle porte e la consapevolezza di avere in canna un colpo che continua a far cilecca. Nel frattempo Ancelotti continua a pregare, in ginocchio, che a Inzaghi non venga il raffreddore e che Kakà (4 centri in tre sfide) continui a colmare tutte le vistose lacune fin qui avvertite in materia di gol. Su Ronaldo tace al momento Galliani lasciando il campo e la responsabilità della ricostruzione del caso dannato a J.P.Meesserman, belga, fama di chiropratico, coordinatore dello staff sanitario milanista già discusso per la gestione di altri episodi (Nesta, Inzaghi, etc.).

Evidente l’imbarazzo e ancheil dispetto in via Turati per il mancato utilizzo del Fenomeno oltre che per la figuraccia a cui viene esposta la società e quel gioiello di Milanlab (qui intesocome macchina perfetta per gli allenamenti guidata daDaniele Tognaccini). In un altro club, l’ammissione di così gravi e ripetuti errori, porterebbe a conseguenze canoniche: dimissioni o rimozione del responsabile. Il primo errore viene commesso il 31 luglio, il giorno dell’infortunio a Ronaldo, avvenuto a San Siro durante l’incontro con i tifosi per la foto della stagione. «Bastano cinque giorni» la prima diagnosi. Adesso, a sfondone commesso, Meesserman sostiene: «Ha sbagliato il radiologo a leggere l’ecografia, era uno stiramento di 2˚ grado e non di 1˚». Troppo comodo: è come se Ancelotti se la prendesse con Vecchi, il preparatore dei portieri, per una papera di Dida. A quel punto, con la guarigione che non si vede all’orizzonte e con gli annunci di Ancelotti sul rientro del Fenomeno puntualmente smentiti, Meesserman chiama in causa la cattiva comunicazione all’interno del club. Non ci siamo: è lui che riferisce ad Ancelotti prognosi sbagliate che il tecnico ripete in conferenza-stampa. Ma non ci sono equivoci di sorta.

Così come non ci sono giustificazioni sull’esito del consulto privato, chiesto da Ronaldo, autorizzato da Galliani, effettuato presso lo studio del dottor Combi, medico interista, che senza consultare ecografie e risonanze magnetiche, terrorizza Ronaldo: «Al Milan hanno sbagliato tutto, hai il distacco del tendine». Di qui lo choc del Fenomeno, la richiesta di un consulto internazionale, la corsa da Maertens e da Roncu che suggerisce una terapia sperimentale sulla quale il Procuratore antidoping del Coni, Ettore Torri, fa sapere che attende notizie e che potrebbe scattare, d’ufficio, un’indagine. «Voglio sapere solo se si tratta di una pratica curativa, mi attendo anche qualche risposta dalla Figc e chiederò un parere anche agli staff medici del Coni. Ci voglio vedere chiaro, di che si tratta, se era necessaria un’autorizzazione e se è stata chiesta». E in tarda serata è intervenuto anche il professor Luigi Frati, presidente della Commissione antidoping del Coni: «Della vicenda Ronaldo non so nulla, finché non arriva sulla mia scrivania una pratica ufficiale con la cartella clinica non posso dire niente. Non ne ho parlato con Torri. Certo, se in questa terapia venisse usato il fattore di crescitaGH, si tratterebbe di doping».

La terapia suggerita a Ronaldo prevede la manipolazione ematica per estrarre proteine dal suo sangue da reiniettare per favorire la riparazione dei tessuti danneggiati.

Ronaldo è atteso a Milanello per domani nella previsione di recuperarlo per i primi di ottobre. Il dottor Sala lo sorveglia. Se Ronaldo non dovesse tornare dal Brasile mercoledì, tra lui e il Milan il rapporto si incrinerebbe. E il rinnovo del contratto promesso per gennaio slitterebbe a forse mai.

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