La Rosa ha spine nel pugno: Villetti lascia

da Roma

La crisi interna alla Rosa nel pugno è pubblicamente esplosa ieri con le dimissioni annunciate da Roberto Villetti, capogruppo alla Camera e numero due dello Sdi.
«Ho rassegnato le mie dimissioni da presidente del Gruppo parlamentare della Rosa nel Pugno a Montecitorio - ha affermato in un secco comunicato - poiché, per ragioni politiche, si è determinata una paralisi persino nell’attività ordinaria del gruppo». Le tensioni covavano da settimane tra radicali e socialisti. In casa Sdi si sono levate molte voci per chiedere un ripensamento dell’alleanza con il partito di Pannella e Capezzone. Il gruppo dirigente dello Sdi ha finora tenuto duro, ma la convivenza con l’ingombrante leader radicale si è fatta sempre più difficile. «Il problema - spiega il dimissionario Villetti - è che non si riesce a decidere nulla con i radicali, neppure l’attività ordinaria di un gruppo parlamentare, senza passare per Pannella. E se lui non si pronuncia, non si può far niente. Ma così non si può andare avanti: la Rosa è un soggetto bicefalo, non ci può essere un leader unico, abituato a fare il solista, ancorchè geniale». Ai dirigenti dello Sdi è toccato apprendere in diretta da Radio Radicale, ad esempio, l’ultima iniziativa pannelliana: il «grande Satyagraha», un digiuno collettivo (che però nel frattempo Pannella ha sospeso, dopo tre settimane) per chiedere di inserire nel calendario parlamentare il progetto di amnistia, e per sostenere l’istanza degli 8 senatori (4 della Rosa) «espulsi» da Palazzo Madama in base all’interpretazione della legge elettorale. Il leader radicale non ha neppure avvertito gli alleati socialisti: «Se è per questo, non ha avvertito neppure i suoi - nota Villetti - ma loro sono abituati. Noi no. Ovviamente abbiamo solidarizzato, ma se si vuol mandare avanti questo progetto occorre trovare un metodo di lavoro comune. Pannella non può pretendere che noi aderiamo in massa ad un grande partito radicale da lui diretto. Nè di fare il leader di tutto, anche di un gruppo parlamentare che dovrebbe avere una sua autonomia».

L’ex ds Turci, eletto con la Rnp, dice «oportet ut scandala eveniant: la decisione di Villetti apre finalmente un confronto necessario per uscire dall’impasse». E dai radicali arriva la conferma di «assoluta fiducia nel progetto di Rosa nel pugno» e l’augurio che «ora si apra una crisi di crescita».

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