MILVA
Dichiara di essere monocolore, rosso, dentro e fuori. L’ex signora Corgnati dice di vivere con falce e martello dinanzi agli occhi, forse per usare gli attrezzi in emergenza, informare i vicini di casa. Condivide ma ritocca lo slogan dilibertiano "Berlusconi fa schifo" in "quello là fa schifo". Ha bollato con un "vergognoso" Cornacchione perché avrebbe dato una mano "a quello là". Spera che Prodi duri. Perciò a Sanremo canta "The show must go on".
Ducotone. S.V.
MICHELLE IN PIGIAMA
Si presenta scalza al Dopofestival dei nottambuli. Ma soprattutto indossa un pigiama icsicselle, almeno tre taglie superiori alla sua. No, non ha sbagliato guardaroba. Svela lei stessa l’arcano, trattasi proprio della veste da letto del padrone Pippo Baudo, il quale conferma il tutto e ne esige in diretta la restituzione. Ma lo stesso uomo di Militello non ha voluto dire se, per caso, ha indossato lui il baby doll di Michelle. Mai dire mai.
Sandy Show. Sette
PADOA-SCHIOPPA
Non c’è conferenza stampa che non preveda un accenno a lui, l’uomo che ha cambiato la Finanziaria ma anche le finanze. Ha più citazioni lui degli autori dei testi delle canzoni. In alcuni casi viene soltanto chiamato con le iniziali, fa trendy e non provoca la stessa allergia. Fossi nei vertici Rai lo inviterei come ospite d’onore per la serata finale, dovrà essere lui a premiare. Non i vincitori ma Pippo Baudo che lo sta sopportando da un mese.
E’ citato. Sei
MAX TORTORA
Fa il Califfo, l’originale è migliore, per eleganza. Pensate un po’ che serata è venuta a Max Tortora. Indimenticabile, nel senso che sarà difficile scordarsi una gag così greve, Califano dovrebbe chiedere i danni e Tortora, che ha talento, dovrebbe passare dai tornelli e lasciare articoli pericolosi per sé e per gli astanti.
Da tornello. Zero assoluto
BARBARA ALBERTI
Parla alla velocità di quelle che: "via dei Coronari, Coronari, Coronari 2 minuti, c’è una busta". Appare tra le casalinghe disperate del dopofestival con Rusic e Fenech che al suo confronto sono due veraci signore. Strapazza i Facchinetti, padre e figlio, definendo la loro esibizione festivaliera "pornografia dei sentimenti". Ora la suddetta Barbara Alberti ha scritto, tra le mille operette sue, anche un paio di libri che portano questi titoli: Delirio e Povera bambina. Altre novità?
Radiotaxi. Uno
FICARRA E PICONE
Satira vera, un gran pezzo di cabaret, forse il loro migliore degli ultimi anni. Stracciano Cornacchione, esagerato e incasinato. Si mettono a parlare del governo del Papa, di corna e di malasanità, sfiorando appena l’argomento, ma scorticandolo e facendo ridere anche Giletti, presente in primissima fila, non si sa bene perchè. Due sicilianuzzi beddi, tranquilli, mai sboccati. Da mandare a memoria: "Non vai a votare?" "No" "E perché?" "Non mi serve niente".
Cannoli amari. Nove
TONINO MANZI
Il capo ufficio stampa Rai al festival di Sanremo, secondo alcuni dalla fondazione dell’impero, ha la voce di cinquanta uomini, come appunto Stentore di memorie liceali, mitico personaggio dell’Iliade. Quando Don Tonino si impossessa del microfono, in sala stampa le vetrate tremano. In verità Manzi è l’unica cosa normale fra tante zitelle velenose e isteriche che gli stanno (stiamo) dirimpetto e attorno. È come la vitamina C: te ne accorgi che è importante quando manca.
Stentoreo. 10bel
ANTONIO CORNACCHIONE
Cambiando l’ordine dei governi, Tonino non cambia. C’azzecca comunque, essendo nato dalle parti di Di Pietro, a Montefalcone nel Sannio, molisano verace. Vive di rendita con Silvio B., con l’attuale gestore Romano P. (alias Roberto Valentino) c’è poco da ridere. Anche se ci prova con una gag da Bagaglino. La migliore battuta fuori scena sui compagni: "I comunisti vogliono alzare l’età pensionabile. Così avremo sulle scatole per altri vent’anni Pippo Baudo".
Monpartisan. Sei meno meno
PIERO CHIAMBRETTI
Il solito chierichetto che rovina la messa cantata. Dunque il più simpatico, quello che si trastulla e diverte mentre gli altri officiano fra turiboli, incensi e litanie. Ormai indossa lo smoking che nemmeno De Sica, ma sotto il vestito tutto. Allestisce in sala stampa il suo show con poltrone colorate, lampadario a gocce di cristallo, superposter di Pippo&Michelle, tipo Warhol, coinvolge i soliti noti, Mughini and company. Da sfruttare, basta con le marchette.
Bravo nel suo piccolo. Sette
SCISSOR SISTERS
Illustrano la loro filosofia transgender, mettono all’indice il vescovo Careggio che così aveva fatto con il testo di Baù. Il famoso indice di sgradimento.
Usa e getta. S.V.
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