Sachsenring - Pretende di essere il numero uno, chiede un contratto da favola alla Yamaha e sogna ogni notte di battere Valentino Rossi. Ma, per il momento, Jorge Lorenzo si deve accontentare di essere il più forte rivale di Rossi, l'unico in grado di metterlo sotto pressione. Senza, però, riuscire a batterlo.
«Gli arrivo davanti da quattro gare e nel computo totale siamo sei a tre per me: non male», gongola Valentino, capace di conquistare un altro successo strepitoso, che gli permette di eguagliare l'ennesimo primato: 159 podi iridati come sua maestà Giacomo Agostini.
«La centesima vittoria - scherza Vale, ma non troppo - cominciava già un po' a stancarmi: quando si raggiungono traguardi così importanti, può capitare di rilassarsi. Invece sono riuscito a ottenere subito il mio quarto successo stagionale e ad allungare ancora un po' in classifica (adesso Rossi ha 14 punti di vantaggio su Lorenzo, ndr), al termine di una gara molto tirata dall'inizio alla fine».
Tutto questo, nonostante Lorenzo non abbia nulla da rimproverarsi, perché, ancora una volta, ha guidato alla grande, non ha commesso errori ed è stato costantemente velocissimo. Ma non è ancora sufficiente per arrivare davanti a Valentino. In un Gp ancora una volta reso incerto e affascinante da quattro campioni di grande valore, Rossi ha messo in mostra il repertorio più completo, rimanendo in testa complessivamente per 17 giri (su 30), limitando i danni nei momenti di difficoltà, quando davanti c'era Stoner, e poi studiando la migliore tattica per battere Lorenzo. Alla fine, la vittoria è arrivata per soli 99 millesimi, grazie a un sorpasso da applausi alla prima curva del penultimo giro.
«Ho imposto il ritmo per gran parte della gara, facendomi il mazzo come un gregario. Lorenzo mi ha un po' sorpreso e quando mi ha passato (26esimo giro, ndr) non sapevo bene come e in che modo ripassarlo; ho visto, però, che in un paio di punti era più veloce e all'inizio del 29esimo giro ho forzato la staccata. Poi, sono stato perfetto nel passaggio finale, senza commettere errori nei due o tre punti cruciali di questo tracciato».
Un successo che, come spesso avviene nel caso di Rossi, ha anche un importante risvolto psicologico, perché nel momento in cui Lorenzo sta provando ad alzare la cresta, dicendo alla Yamaha «Valgo molti più soldi di quelli che mi offrite», Valentino sembra rispondergli «Piano con le pretese, ragazzo, ti faccio vedere io chi è il più forte». Sottolineando, giustamente, come è normale che la Yamaha valuti Rossi, anche per il futuro, il pilota di riferimento.
«Lui non può pretendere di avere la mia stessa considerazione: è in questa squadra solo da un anno e mezzo, mentre io sono arrivato nel 2004, quando la Yamaha era una moto pessima che non vinceva da 12 anni il mondiale. Il suo obiettivo quest'anno era di arrivarmi sempre davanti per dimostrare ai giapponesi che merita il ruolo di numero uno, ma, almeno per il momento, non è così». E alla domanda «Secondo te Lorenzo è presuntuoso o ingenuo?» ribatte «Lascio rispondere a voi...».
Non a caso, a fine gara, Jorge era scuro in volto come se fosse arrivato decimo e non secondo a pochi centimetri dal successo, impegnando allo spasimo il fenomeno del motociclismo moderno. Una sfida fantastica che promette di proseguire fino alla fine del campionato, con Daniel Pedrosa e Casey Stoner a rendere ancora più grandi le imprese dei due piloti della Yamaha.
Questa volta è stato Pedrosa a conquistare il terzo posto, con Stoner quarto anche per un errore a quattro giri dalla fine: ma l'australiano della Ducati ha fatto vedere grandi miglioramenti fisici. Insomma, Rossi è e rimane il favorito di questo mondiale, ma conquistare il nono titolo sarà tutt'altro che semplice.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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