Curiosa polemica sull'immigrazione in Toscana fra il presidente della Regione, Enrico Rossi, e il Popolo della libertà. Tutto nasce da un post che Rossi ha pubblicato su facebook, un media che il governatore fiorentino usa spesso e volentieri: «Ogni anno raddoppiano i cinesi che vogliono venire in Italia - ha scritto ieri, di ritorno da una missione in Cina - e tutti chiedono di venire in Toscana...bisogna attrezzarci per accoglierli». «Viaggio di rientro in Toscana - prosegue il governatore - una missione di tre giorni: uno a Shangai, uno ad Hangzhou e poi Pechino. In questi articoli c'è il bilancio di un lavoro ben fatto». In un altro intervento Rossi spiega di essere andato «in Cina per aiutare lo sviluppo e l'innovazione della Toscana, in rappresentanza di istituzioni locali ed imprenditori. Qualunque accordo sul centro di ricerca sul tessile si farà solo con il consenso di tutti».
L'entusiamo di Rossi per la pressione migratoria sulla Toscan non è condivisa affatto dal Pdl, e glielo fa sapere uno degli uomini chiave degli «azzurri» toscani: Riccardo Mazzoni, che coordina il partito a Prato, città regina del tessile, da qualche anno trasformatasi nella vera Chinatwon italiana, con problemi economici e sociali enormi, che hanno indotto i pratesi a svoltare dopo decenni, abbandonando la sinistra (Prato era una delle città più rosse della Toscana) votando un sindaco di centrodestra. «A Prato lo sappiamo bene che sono sempre di più i cinesi che vogliono venire in Toscana - scrive Mazzoni - ma non vedo sinceramente i motivi per i quali Rossi debba esultare su Facebook, esortando a predisporre per loro un'adeguata accoglienza». «C'è da chiedersi in che mondo viva, e a cosa siano servite le sue ripetute visite al distretto tessile che di Cina ne ha già vista anche troppa, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
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