Rossi: «Non credevo la situazione così grave»

La ex segretaria degli arbitri la prima ad essere ascoltata. Il 9 tocca a Lotito

Gian Piero Scevola

Lo schiaffo che non t’aspetti, anche se tutto faceva presagire che sarebbe arrivato. È quello che il Consiglio Superiore della Magistratura ha rifilato al Commissario straordinario della Federcalcio, Guido Rossi, nel decidere che il suo vice, il magistrato Settembrino Nebbioso, ex capo gabinetto del Ministero della Giustizia, non potrà ricoprire alcun ruolo nella Figc. A negargli l’autorizzazione è stata la quarta commissione del Csm, su proposta del presidente Nello Stabile, togato di «Unità per la costituzione». La decisione è la diretta conseguenza della delibera presa tre giorni fa dalla quarta commissione con la quale si è stabilito di non consentire più ai magistrati di ricoprire incarichi sportivi.
La decisione della Commissione per essere operativa dovrà avere l’avallo del plenum del Csm, che a questo punto appare scontato visto che è stata condivisa tanto dai componenti laici, quanto da quelli togati. E a quanto si apprende a Palazzo dei Marescialli dovrebbe arrivare sul tavolo dell’assemblea dei consiglieri mercoledì prossimo. Chiedendo l’autorizzazione al Csm a ricoprire l’incarico di vice commissario della Figc, Nebbioso aveva chiarito che nel nuovo ruolo avrebbe svolto attività di studio per la definizione di nuove regole della Federcalcio. E dunque che il suo non sarebbe stato un incarico di giustizia sportiva. Ma la precisazione non gli è bastata per evitare il no del Csm. «La nostra delibera di carattere generale riguarda tutti gli incarichi, non solo quelli di giustizia sportiva», chiarisce uno dei componenti della Commissione, Giovanni Salvi, spiegando che era dunque inevitabile il no a Nebbioso. «Si tratta di un incarico che viene dal Coni e che dunque rientra nella materia che abbiamo trattato con il provvedimento generale».
E Guido Rossi ha fatto buon viso a cattivo gioco, si tiene stretti gli altri due vice, l’ex calciatore Demetrio Albertini (per l’attività sportiva) e l’avvocato Paolo Nicoletti (per il coordinamento generale) e va avanti col broncio però. Ieri ha subito parlato con Gianni Petrucci, presidente del Coni, che ha deciso di non provvedere ad alcuna nomina in sostituzione di Nebbioso, lasciando allo stesso Commissario la diretta competenza del «Settore norme e regolamenti», proprio quella parte che dovrà essere completamente rivista, dall’ordinamento dei campionati alla giustizia sportiva. Rossi è stato anche relazionato dal suo vice Albertini sulla prestazione della nazionale in Svizzera ed è convinto che gli azzurri possano e debbano rimanere fuori dalle polemiche e concentrarsi sui mondiali. «Credo che sia possibile conciliare quello che sta avvenendo con l’aspetto sportivo», l’affermazione di Rossi. «Credo che la nazionale, anche per i discorsi che ho fatto con Lippi, sia assolutamente astratta da queste questioni. Lavoriamo su due campi diversi». Rossi si è anche raccomandato di «non mescolare le due cose, perché gli azzurri sono lì solo per giocare». Per poi chiudere con un poco consolante: «Non mi aspettavo di dover affrontare una situazione così grave, credevo fosse molto più circoscritta».
Intanto il capo Ufficio Indagini, Francesco Saverio Borrelli, si è tuffato sulle carte insieme ai suoi vice Maurizio D’Andrea e Maria Josè Falcicchia. E lunedì ascolteranno l’ex segretaria della Can, Maria Grazia Fazi, la «dama bionda» protagonista di numerose intercettazioni che costituiscono la base dell’inchiesta napoletana sul calcio inquinato, ritenuta dagli inquirenti uno snodo del cosiddetto sistema Moggi, ricoprendo un ruolo di collegamento tra l’ex dg bianconero e gli allora designatori arbitrali Bergamo e Pairetto. Nella stessa giornata toccherà anche a Gennaro Mazzei, nel 2004-05 designatore Can degli assistenti, mentre il giorno dopo sarà la volta del guardalinee Duccio Baglioni.

Fissato anche l’appuntamento col presidente della Lazio Claudio Lotito: venerdì 9 giugno. In dubbio per ora (ma arriverà anche il suo turno) l’audizione di Moggi che ha fatto sapere di voler prima leggersi tutto il malloppo delle intercettazioni.

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