Milano - Abolire la pausa pranzo dei lavoratori per "redistribuirla meglio" nell’arco della giornata. È il ministro Gianfranco Rotondi, responsabile dell’Attuazione del programma del governo, a prospettarlo, ben attento però a non essere tacciato, "brunettismo". Motivo per cui la prima mensa che chiede di chiudere non è quella di un ufficio pubblico ma quella dei parlamentari: la buvette di Montecitorio. "Le ore più produttive - dice il ministro ospite del programma tv web KlausCondicio - sono proprio quelle in cui ci si accinge a pranzare. Chiunque svolga un’attività in modo autonomo, abolirebbe la pausa pranzo. Casomai sarebbe meglio distribuirla in modo diverso, come avviene negli altri Paesi".
Danno per il lavoro Dall’auspicio alla proposta, per Rotondi il passo è breve: "La pausa pranzo è un danno per il lavoro, ma anche per l’armonia della giornata. Non mi è mai piaciuta questa ritualità che blocca tutta l’Italia. Non possiamo imporre ai lavoratori quando mangiare, ma ho scoperto che le ore più produttive sono proprio quelle in cui ci si accinge a pranzare - sostiene il ministro - Chiunque svolga un’attività in modo autonomo, abolirebbe la pausa pranzo. Casomai sarebbe meglio distribuirla in modo diverso, come avviene negli altri Paesi".
Risparmio "Non sono mai salito su un aereo di Stato - racconta ancora di sé il ministro della componente neodc del Pdl -, uso pochissimo l’auto di servizio, sono parsimonioso col denaro pubblico e
faccio attenzione anche alle spese minute. Come il presidente del Consiglio, vado in giro persino a spegnere le luci negli uffici. Sono assolutamente in linea con le idee degli italiani sul risparmio del denaro pubblico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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