Roma - Continua la polemica sulla pillola abortiva Ru486 nel giorno dell'inizio della distribuzione. Dopo lo stop del presidente del Piemonte, Roberto Cota, arriva anche quello del governatore veneto, Luca Zaia. I due esponenti leghisti dicono no alla pillola abortiva, Ru486, che da oggi sarebbe dovuta essere disponibile su tutto il territorio italiano: "Non sarà mai distribuita nei nostri ospedali". Ma il presidente del Lazio, Renata Polverini, frena: "La 194 va rispettata, la Ru486 seguirà lo stesso percorso di quella chirurgica".
Lo stop di Zaia "Per quel che ci riguarda non daremo mai l’autorizzazione per poter trovare questa pillola nei nostri ospedali - dice Zaia intervistato da Rcd - la mia attività amministrativa sarà volta ad evitare assolutamente che venga diffusa. Il percorso da seguire in questi casi non deve mai portare all’abbandono di una vita umana". Una scelta politica chiara, legata a motivazioni di ordine etico: "Ognuno risponde alla sua coscienza e io alla mia" si limita a spiegare il neo governatore. La linea di Cota, dunque, trova un’importante sponda in un altra regione governata dalla Lega, anche se Zaia precisa: "Diciamo che questa è la linea del Veneto, non possiamo che confermare una linea che abbiamo sempre avuto".
Cota ai direttori generali: "Bloccatela" Non ha cambiato linea Roberto Cota, ma ha chiesto ai direttori generali
degli ospedali piemontesi di bloccarne l’uso fino al suo
insediamento alla guida della Regione: "Sulla pillola Ru486 la mia posizione è sempre stata
chiara: essendo a favore della vita farò di tutto per
contrastarne l’impiego". "È ovvio che rispetterò la legge, non posso fare
diversamente, ma è altrettanto chiaro che dal punto di vista
dei valori in Piemonte io ho delle idee diverse rispetto alla
Governatrice non riconfermata - ha insistito - per prima cosa chiedo ai direttori generali di bloccare
l’impiego della Ru486 attendendo la mia entrata in carica. Questo perchè ritengo necessario attendere
l’emanazione di linee guida precise da parte del Ministero
della Salute".
E "a quanti parlano a vanvera vorrei far notare che, a
prescindere dalle valutazioni di principio, seppur dal mio
punto di vista molto importanti, dal punto di vista medico si
tratta di una pratica potenzialmente molto pericolosa per la
donna", ha insistito Cota anticipando che chiederà che "in tutte le
strutture sanitarie piemontesi siano ospitate le associazioni pro vita".
Bersani: "Non sono imperatori" Pierluigi Bersani ha stigmatizzato la decisione di Roberto Cota e Luca Zaia di ostacolare l’utilizzo
della pillola abortiva RU486 nelle loro regioni. "Andrà ricordato ai presidenti leghisti che Piemonte e
Veneto restano in Italia e in Europa", ha dichiarato il segretario del Pd. "Dell’autorizzazione e dell’uso di un farmaco non decide un presidente di regione", ha sottolineato, "tanto meno egli decide della libertà terapeutica, nè può sostituirsi al rapporto tra medico e
paziente". "A pochi giorni dalle elezioni siamo già a discutere di principi elementari e basilari", ha proseguito
Bersani, "e ad ascoltare affermazioni e intenzioni che possono aprire un solco profondissimo
nell’opinione pubblica, cosa di cui non abbiamo certo bisogno".
In ogni caso, ha concluso il leader del Pd, "faremo comprendere a questi nuovi presidenti che non
gli è stata messa in testa una corona da imperatore".
Polverini: "Rispettare la 194" "C’è una legge, la 194, che va rispettata. Io ovviamente sono a favore della vita e farò tutto quello che potrò per difenderla. Detto questo la pillola abortiva Ru486 avrà lo stesso percorso dell’aborto chirurgico", ha detto la neo presidente della Regione Lazio Renata Polverini, parlando oggi a Roma alla conclusione di un incontro avvenuto con il ministro della Salute Ferruccio Fazio. "Anche se chimico - ha precisato la Polverini - si tratta comunque di un aborto e quindi anche l’utilizzo della pillola abortiva dovrà avvenire in ospedale. Bisogna salvaguardare assolutamente la salute della donna - ha concluso la neogovernatrice del Lazio - come la legge 194 prevede".
Il plauso del Vaticano "Sono atti concreti che parlano da sè" e al "primo atto compiuto" dal neo governatore della Regione Piemonte, il leghista Roberto Cota "va il mio plauso", ha detto monsignor Rino Fisichella, presidente della pontificia accademia per la Vita e cappellano di Montecitorio dopo che Cota ha dichiarato che in Piemonte la pillola abortiva Ru486 resterà nei magazzini. "Mi sembra che sia un atto profondamente significativo dell’orientamento che il nuovo presidente del Piemonte vuole prendere - ha proseguito Fisichella - vale a dire quello di stare dalla parte della difesa della vita e dalla parte della difesa delle donne in un momento così drammatico, di una esperienza così drammatica" come l’aborto.
Gasparri all'attacco dell'Aifa "Appare sempre più evidente la inadeguatezza del direttore dell’Aifa Rasi. Continua ad intervenire in
maniera strana sulla Ru486 e sembra sempre più un piazzista di farmaci. Porrò al Governo il
problema della gestione dell’Aifa, che a mio avviso non garantisce adeguati livelli di competenza,
trasparenza, imparzialità. Con la salute e con la vita non si scherza": ha commentato il presidente dei
senatori del Pdl Maurizio Gasparri.
Finocchiaro: "Rispettare le leggi" "Le dichiarazioni di oggi del presidente dei senatori del Pdl al Senato
Maurizio Gasparri sulla pillola abortiva Ru486 spiacciono davvero, perchè appaiono minacce e come
tali sono fuori luogo", ha detto Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd a palazzo Madama. "Applicare e far rispettare una legge dello Stato, la 194 sull’aborto, non dovrebbe essere in
discussione per un parlamentare della Repubblica. L’utilizzo della pillola Ru 486 - ha aggiunto la
Finocchiaro - è stato autorizzato nell’ambito dell’applicazione della 194 dopo un lungo iter di
sperimentazione e di verifica, che ha visto impegnata anche la commissione Sanità del Senato in
un’indagine conoscitiva.
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