Roma - Si è conclusa tra le polemiche la riunione
della commissione Sanità del Senato, che stamattina ha ascoltato
in audizione il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, come
primo atto della indagine conoscitiva sulla conformità
dell’impiego della pillola Ru486 alla legge 194 del 1978, quella
che ha introdotto l’aborto in Italia. "Le istituzioni non potrebbero
assistere passive ad una eventuale violazione di una legge
dello Stato, ha detto il ministro
Sacconi sollecitando una coerente disciplina tecnica
dell’Aifa sulla Ru486 e l’intero procedimento farmacologico
in regime di ricovero ordinario,che sarebbe così coerente
con la legge 194.
"Nessuna intenzione di perdere tempo" "Mi sembra che il Parlamento non abbia
nessuna intenzione di prendere tempo, e nemmeno lo vuole fare
il governo". Lo ha detto il ministro del Lavoro, salute e
politiche sociali Maurizio Sacconi, al termine della audizione
in commissione Sanità del Senato, rispondendo così alle
critiche sollevate questa mattina durante i lavori della commissione da alcuni esponenti dell’opposizione secondo i
quali la finalità ultima della commissione parlamentare di
indagine sarebbe quella di rinviare il parere tecnico dell’Aifa
sulla regolarità della pillola abortiva.
"Valuteremo un intervento" "Siamo tutti
interessati - ha dichiarato Sacconi - proprio di fronte
all’aspetto sostanzialmente sregolato che c’è in questo
momento di arrivare a verificare la possibilità di una
regolazione che rispetti la legge che c’è ovvero la 194, una
legge che in questo momento nessuna parte politica mette in
discussione". Il ministro ha poi aggiunto: "i dubbi che il
servizio sanitario nazionale sia in grado di garantire la
compatabilità tra il processo farmacologico e la 194 mi sembra
che siano diffusi nello stesso parlamento, oltrechè nella
società". Alla domanda se le istituzioni intendono intervenire
per garantire il rispetto della legge 194, ed eventualmente che
tipo di intervento si riservano di mettere in atto, Sacconi ha
risposto: "Lo valuteremo".
Le proteste dell'opposizione Il senatore Giuseppe Astore, dell’Italia dei valori, ha lasciato
la Commissione. "Mi sento tradito", ha sottolineato, perché "credo che si siano rovesciati i termini delle decisioni. Con
questa lettera il presidente della Commissione invita l’Aifa a
sospedere l’autorizzazione all’immissione in commercio del
farmaco. Lo scopo di questa indagine non è più quello di indagare
le problematiche legate alla somministrazione della pillola, ma
impedirla".
Dello stesso parere il senatore Lionello Cosentino, del Pd, che
ha proposto di congelare l’indagine fino al termine dell’iter di
approvazione dell’Aifa, in modo da non sovrapporre le competenze.
D’accordo con lui la senatrice Donatella Poretti, dei Radicali: "Per la prima volta - ha sottolineato - è emersa la finalità vera
dell’indagine, che è quella di sospendere la decisione dell’Aifa.
Chiederò un chiarimento al presidente Renato Schifani - ha
annunciato - perché questa lettera tra l’altro è stata inviata
prima dell’autorizzazione formale all’avvio dell’indagine e
perché una richiesta di questo genere va oltre le competenze del
presidente della Commissione".
"Ritengo di aver agito nell’ambito dei miei poteri
discrezionali", si è difeso Tomassini, spiegando che "le
autorizzazioni verbali viaggiano più veloci di quelle scritte".
Gasparri: "Capire se ci sarà rispetto della 194" L’indagine, l’ha difeso il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio
Gasparri, serve a "capire se la pillola abortiva sarà
somministrata nel rispetto della 194.
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