La tregua di Varsavia. Polonia e Russia decidono di non farsi male sul campo dopo un pomeriggio in cui i rispettivi tifosi hanno trasformato le strade di Varsavia in terreno di guerriglia. Alla fine tutti felici e contenti perché le squadre di Smuda e Advocaat rimangono padrone del proprio destino: Lewandowski e compagni devono vincere con la Repubblica Ceca per accedere ai quarti di finale, mentre ad Arshavin e soci basta un pareggio con la Grecia per continuare l’avventura. Due missioni tutt’altro che impossibili. Anche se la sfida di ieri sera lascia qualche perplessità.
«Questa è la Russia», recitava lo striscione dei tifosi ospiti. Ma sul campo non ha impressionato, anzi è stata la brutta copia di quella ammirata contro la Repubblica Ceca e con l’Italia. Ancora una volta il migliore è stato Dzagoev. Il talento del Cska Mosca ha segnato il suo terzo gol in questo Europeo ed è stato il più pericoloso. Non pervenuto Kerzhakov. E la mancanza di una punta che faccia gol alla fine potrebbe rivelarsi una lacuna determinante. Advocaat per la seconda volta ha gettato nella mischia Pavlyuchenko. Senza fortuna. E al piccolo generale la pazienza l’ha fatta perdere anche Arshavin, evanescente fino a sprecare un’ottima occasione che ha innescato la ripartenza del pari polacco. Una splendida conclusione a giro di Blaszczykowski, il talento del Borussia Dortmund fino a quel momento il peggiore in campo insieme ai compagni di club Lewandowski e Piszczek, il terzetto che dovrebbe fare la differenza.
Così difficile per la Polonia realizzare la «vendetta » calcistica, ma in un paio di occasioni ci va vicina, per gli oltre cento anni di dominio
della Russia. Si è dovuta accontentare di rovinare a metà l’anniversario per l’indipendenza impedendo la qualificazione con un turno d’anticipo ai quarti. Una doppia festa russa per le vie di Varsavia sarebbe stato troppo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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