Ryanair, pubblicità-beffa a Rossi 

Valentino: "Ritorno a casa... E devo pagare solo le tasse...". Scoppia il caso. Il padre: "Scherzo di pessimo gusto"

Ryanair, pubblicità-beffa a Rossi 

Milano - «Arrestato Ugo Tognazzi: è lui il capo delle Br».
Quando il giornale satirico Il Male andò in edicola con la foto dell’attore in manette trascinato via dai poliziotti, qualcuno ci cascò. Si trattava invece di uno scherzo che sarebbe diventato leggendario.

Lo stesso Tognazzi, complice del falso scoop, amava ricordarlo come una delle «interpretazioni» più riuscite della sua carriera. In campo pubblicitario la compagnia aerea low cost Ryanair ha da tempo adottato uno scanzonato stile alla «Amici miei» cooptando per le sue campagne di promozione tariffaria personaggi del calibro di Churchill, Zapatero e il principe Carlo.

Tutte burle, ovviamente, che sono però già costate alla Ryanair più di qualche tirata d’orecchie da parte dei giurì pubblicitari. E la cosa potrebbe ripetersi - magari con conseguenze ben più pesanti - alla luce dell’ultima trovata della compagnia irlandese che ha inserito nella sua scuderia di testimonial virtuali l’attuale mito del motociclismo mondiale: Valentino Rossi.

Un’inserzione apparsa ieri a pagina 7 del Messaggero dove la fotografia del campione italiano appare con un fumetto apparentemente autoironico e la frase «Ritorno a casa con Ryanair... E devo solo pagare le tasse!». Il doppio senso è evidente: la Ryanair reclamizza «2 milioni di posti» superscontati sui propri voli per il «periodo ottobre ’07-febbraio ’08», giocando «spiritosamente» sui guai fiscali di Valentino che hanno fatto il giro del mondo. «Tasse e spese amministrative non superiori a 21 euro a tratta» si legge nel manifesto pubblicitario in cui campeggia Rossi con un’espressione da reo confesso.

Che Valentino fosse all’oscuro di tutto è dimostrato non solo dal commento del padre Graziano rilasciato all’agenzia Agr («uno scherzo di pessimo gusto»), ma soprattutto dal rifiuto categorico da parte della Ryanair di rilasciare alcuna dichiarazione: «Da parte nostra - risponde al Giornale l’ufficio stampa della compagnia aerea - possiamo solo dire che la pubblicità in questione sottolinea la popolarità delle tariffe low cost tra i giovani italiani di successo». Sì, ma Valentino Rossi vi ha autorizzato o no a utilizzare la sua immagine per questo spot? «No comment».

La stessa risposta che la Ryanair dette anche quando il premier spagnolo, José Zapatero, trovò inopinatamente la sua foto in uno spot simile: «Ryanair offre due milioni di voli gratis - era il presunto commento del leader spagnolo -. Questo è meglio del nostro bonus-bebè».

Idem per l’episodio in cui la Ryanair si prese gioco pure del principe: «Rivelato il segreto del principe», declamava la pubblicità in cui l’erede al trono britannico appariva in una immagine mentre incontrava un gruppo di bambini che sventovanao la bandiera inglese; sovrapposta alla fotografia spiccava un fumetto nel quale il principe Carlo sussurrava a un bambino: «Sshh... Le tariffe Ryanair costano il 50% in meno di quelle della Easyjet».ù

E che dire poi dello spot con Winston Churchill?
Una polemica a colpi di denunce e ricorsi dopo che la campagna pubblicitaria della Ryanair che rivisitava la citazione di Churchill «We shall fight them on the beaches, we shall fight on the hills» («Li combatteremo sulle spiagge, sulle colline») mettendo il verbo «fly» («volare») al posto di «fight» e invitando la gente ad andare a Londra usando i voli low cost ignorando i terroristi.

Un’altra ammonizione la Ryanair la rimediò dal giurì della pubblicità britannica: il richiamo arrivò dopo che alcune decine di lettori del Daily Telegraph avevano protestato perché attraverso un gioco di parole usciva il suono di una parolaccia.

Intanto l’Istituto di

autodisciplina pubblicitaria (Iap) fa sapere di non aver ricevuto, al momento, segnalazioni relative all’inserzione apparsa sul Messaggero.

Ma una denuncia firmata «Valentino Rossi» potrebbe già essere in partenza. Anzi, in volo.

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