Sì a via Micene intitolata a Pinelli

L'odg passa con 27 voti, l'opposizione non partecipa

Sì a via Micene intitolata a Pinelli
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Con 27 voti a favore della maggioranza e il centrodestra che non partecipa è stato approvato ieri in Consiglio comunale la mozione che chiedeva di intitolare via Micene a Giuseppe Pinelli, l'ex ferroviere anarchico morto il 16 dicembre 1969 precipitando da una finestra della Questura dopo 48 ore di interrogatorio sulla strage di piazza Fontana. Il consigliere Pd Alessandro Giungi, primo firmatario con Rosario Pantaleo (Pd), Carlo Monguzzi (Europa Verde) e Enrico Fedrighini (gruppo misto) durante il suo intervento afferma che «è stato la diciottesima vittima di piazza Fontana», le indagini esclusero ogni tipo di coinvolgimento. «Dopo tanti anni la città ha quasi la necessità di ricordarlo in questa forma e in un luogo vicinissimo a via Preneste dove lui visse». Peraltro «via Micene non ha numeri civici, non servono cambi di documenti, nessun disagio per i cittadini». Negli anni era già stata posta una targa dai cittadini, il comitato promotore per l'intitolazione anche formale ha lanciato una petizione che ha raccolto 5.290 firme a favore. Per il consigliere FdI Michele Mardegan «sarà stata anche una persona perbene ma non può essere presa in considerazione per un'intitolazione. La magistratura attraverso Gerardo D'Ambrosio, che fu poi sostituto aggiunto in occasione di Mani Pulite e senatore Pd, ha ritenuto che fosse morto per un malore. Non posso partecipare al voto. O si vuole esprimere un riconoscimento nei confronti dell'anarchia? Intitoliamo piuttosto la via a tutte le vittime di piazza Fontana».

Giorni fa il sindaco Beppe Sala ha conferito l'Ambrogino d'Oro alla memoria di Licia Rognini Pinelli, la vedova del ferroviere anarchico morto presso la Questura di Milano il 15 dicembre del 1969, scomparsa due mesi fa.

Ha consegnato il riconoscimento nelle mani delle figlie Claudia e Silvia (nella foto con Sala). Presenti alla cerimonia a Palazzo Marino anche il prefetto Claudio Sgaraglia e il questore Bruno Megale. «Ha trasformato il dolore in un impegno di lotta per la giustizia e la verità» ha dichiarato Sala.

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