Sacconi pronto a lasciare Ncd: "Alfano? Subalterno sui gay"

Dopo aver votato contro il ddl Cirinnà, il senatore è pronto a lasciare Ncd: "Alfano poteva ricostruire centrodestra, ma ha preferito incasso a breve"

Sacconi pronto a lasciare Ncd: "Alfano? Subalterno sui gay"

"Ci devo riflettere soprattutto alla luce delle conseguenze di ciò che è successo e sui futuri assetti politici". Maurizio Sacconi ha votato contro la fiducia sulle unioni civili e questo potrebbe essere il preludio all'addio al partito in polemica con Angelino Alfano.

La legge sulle unioni civili, dice in un'intervista alla Stampa, "è stata costruita per un progetto ideologico". "Sui diritti ci saremmo accordati in cinque minuti: l'assistenza in carcere, in ospedale, l'eredità, la casa - tuona il senatore Ncd - invece si è voluto il simil-matrimonio omosessuale che deve condurre alla famiglia artificiale attraverso la giurisprudenza ideologizzata. Noi dovevamo tenerci le mani libere per una battaglia culturale prima ancora che politica". A Sacconi non sfugge l'importanza della tattica per chi conduce un partito. "Ma la prospettiva della rigenerazione del centrodestra, anche per nostro impulso, doveva privilegiare un'affermazione di identità - lamenta - invece Alfano, che era stato perfetto fino al giorno prima, di fronte a una concreta possibilità di immediato ruolo politico, ha preferito un ritorno a breve. Non è la prima volta". Il riferimento è all'elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. "Era logico - aggiunge Sacconi - che la maggioranza delle riforme istituzionali eleggesse il capo dello Stato.

Si sarebbe così anche mantenuto il filo per la ricostruzione di un centrodestra unito. Però, anche lì, una ragione tattica ci ha spinto all'accordo con Renzi. Io allora mi sono dimesso da capogruppo perché pensavo che Ncd dovesse perseguire una visione. Come oggi".

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