«Dovessi fare una sintesi giornalistica direi: uno sbadiglio vi seppellirà». Il leader di Italia Viva Matteo Renzi (come al solito) è pungente. Il sindaco Beppe Sala su Repubblica si inserisce nel toto leader o «federatore» del centro che dir si voglia - occupato nei giorni scorsi dal direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini - e Renzi prima fa presente «con tutto quello che sta accadendo nel mondo, noi discutiamo di Giuseppe Conte e Sala..». Fatta la premesa, concorda che «matematicamente, lo dicono i numeri, si vince se si sta insieme e serve il centro. Ma non lo fai con il festival dei nomi, il problema è quali sono i contenuti. Sala è il sindaco, di Milano, è benvenuto se vuole, deve dare un contributo sui contenuti. Ad esempio la sicurezza, perchè senza non si vince. Invece vedo tante chiacchiere e fumo politico». Un tasto, quello della sicurezza, su cui Renzi ha battuto spesso negli ultimi mesi. E il sindaco ha provato a dare una sterzata, nominando un nuovo capo dei vigili, riorganizzando la polizia locale, dando insomma maggiore centralità al tema nell'agenda di fine mandato. E dato che oltre al nome di Sala e Ruffini tra i leader del centro spunta pure l'ex capo della polizia Franco Gabrielli (arruolato proprio dal sindaco come consulente a Palazzo Marino), il leader Iv tiene a sottolineare che tutti e tre hanno qualcosa in comune: «Sono arrivati con la stagione riformista, con l'esperienza politica della Leopolda. «Prima c'era un vivaio, ora un mortorio».
Il leader di Centro Democratico Bruno Tabacci nel derby tra Ruffini e Sala si è già schierato. Se il sindaco, per smontare l'(ipotetico) avversario commenta che Ruffini «è bravissimo» ma «lo conoscono in pochissimi», è «una persona di grandissimo valore, ma pensare che possa avere la forza per fare il leader di quest'area significa volergli male», Tabacci è di idea diametralmente opposta. «Lo stimo molto, è una personalità solida ed equilibrata, con una grande passione politica che viene da una storia familiare molto impegnata da questo punto di vista. C'è bisogna di persone di qualità in mezzo a tanti chiacchieroni. Sala dice che è poco conosciuto per un ruolo così delicato? Grillo è molto più famoso di tutti noi, allora cosa vuol dire? Anche quelli molto conosciuti possono finire in disgrazia». Forse, gli domandano a «Un giorno da Pecora» su Rai Radio1, ha fatto quelle dichiarazioni perché vorrebbe essere lui il federatore del centro? «Per fare una cosa del genere bisogna aver il fisico - ribatte Tabacci - esser predisposti. Non so se Sala abbia il fisico, so che Ruffini è una novità, e noi abbiamo bisogno di novità solide e con un grande curriculum». Sulle dichiarazioni del sindaco, che insiste su un'area liberal democratica forte per attirare elettori moderati e compensare un Pd troppo spostato a sinistra, il capogruppo regionale del Pd Pierfrancesco Majorino commenta ironico: «Io mi intendo di sinistra». Ma aggiunge che a Sala «voglio bene e sono convinto sia davvero una risorsa per il centrosinistra».
Dal centrodestra, il capogruppo della Lega Alessandro Verri sottolinea che Sala «ha sempre avuto l'obiettivo di fare federatore. Vedo improbabile che possa diventarlo, ha già forti difficoltà a tenere insieme la sua stessa maggioranza in Comune, e l'uomo che proponeva alla presidenza Anci non è stato scelto dal Pd». E il segretario provinciale della Lega Samuele Piscina aggiunge che «invece di pensare ai campi larghi dovrebbe pensare di tenere unita la sua maggioranza, anche perchè il centro in Comune non è che lo veda particolarmente di buon occhio. Pensi più a Milano che a riciclarsi sulla politica nazionale.
Al consigliere Fi Alessandro De Chirico sembra «poco
concentrato su Milano e più sul suo futuro politico. Potrebbe anche presentarsi come politico moderato ma gli elettori a Milano sanno perfettamente con chi ha governato, quello che ha fatto e soprattutto quello che non ha fatto».
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