È il 24 settembre 1961 quando a Milano fu inaugurata una nuova fiera, il Salone del Mobile, che nasce dalla felice intuizione di un piccolo gruppo di mobilieri espressione di Federlegno, - l'organismo di categoria oggi FederlegnoArredo - e organizzato da Cosmit, ora Federlegno Arredo Eventi. Lo scopo della manifestazione che avrebbe segnato la storia del design italiano e di quello internazionale: promuovere le esportazioni di mobili made in Italy e dei complementi d’arredo. La saturazione della domanda interna dopo il periodo della Ricostruzione ha una possibile via di uscita nell’esportazione, che i piccoli produttori italiani non erano in grado di fronteggiare da soli e una fiera per richiamare l’attenzione dei compratori stranieri poteva essere la risposta concreta, vincente, come dimostrano 60 anni di storia.
All’epoca esistevano la Biennale dello standard nell’arredamento di Mariano Comense, la Mostra selettiva del Mobile di Cantù e il Salone del Mobile di Pesaro, la Mostra Permanente del Consorzio Produttori Mobili del Veneto a Padova: tutte realtà locali. Milano invece si presentava come il luogo più adatto, la capitale economica del Paese, con la sua Fiera che ospitava la Campionaria già dal 1920.
Così la delegazione Alta Italia della Federazione Italiana delle Industrie del Legno e del Sughero, diretta da Tito Armellini interpellò le 13 migliori aziende del mobile italiano di allora e fu costituito il Comitato Promotore del Salone del Mobile Italiano: Michele Barovero, Alessandro Besana, Franco Cassina, Piero Dal Vera, Vittorio Dassi, Angelo De Baggis, Mario Dosi, Aldo Falcioni, Angelo Marelli, Angelo Molteni, Silvano Montina, Mario Roncoroni, Vittorio Villa. Il 25 febbraio 1961 si tenne la conferenza stampa di presentazione ufficiale. Il Comitato promotore aveva nel frattempo nominato presidente Alessandro Colli, già presidente della Federazione. E il 24 settembre dello stesso anno si inaugurò la prima edizione del Salone nei Padiglioni 28 e 34 della vecchia Fiera Campionaria. In breve tempo il Salone del Mobile diventa sinonimo di successo, punto di riferimento a livello mondiale del settore Casa-Arredo, straordinario veicolo di promozione della nostra industria.
Il 1965 fu l’anno della svolta: le aziende leader del settore arredo tra le quali Anonima Castelli, Arflex, Bernini, Boffi, Cantieri Carugati, Cassina, Cinova, Elam, Kartell, Mim, Molteni (allora appena agli inizi con la produzione moderna), Pierantonio Bonacina, Poltrona Frau, Poltronova, Rossi di Albizzate, Saporiti, Sormani, Stildomus, Tecno furono raggruppate nel padiglione 30/3 creando uno spazio espositivo uniforme per offerta commerciale, grazie all’intuizione di Manlio Armellini, che succede nel 1974 al padre Tito nella carica di segretario generale e poi amministratore delegato di Cosmit fino al 2009. Il 1965 fu anche l’anno in cui gli espositori iniziarono a dedicare grande attenzione agli allestimenti e la rivista domus dedicò il primo articolo al Salone. Fu anche l’anno del primo evento collaterale, una mostra retrospettiva per una documentazione sul design del mobile in Italia.
Nei primi 4 anni la manifestazione crebbe come numero di visitatori e come partecipazione di operatori italiani e stranieri con un immediato riscontro commerciale, diventando non solo osservatorio e vetrina del settore ma soprattutto il suo motore propulsivo perché l'export passò da 5.837.000.000 di lire del 1960 a circa 16.000.000.000 del 1964. Il 1967 e il 1968 sono stati gli anni del boom del Salone spinto dal maggior interesse del pubblico e dalla maggiore sensibilità a occuparsi della propria casa, con le aziende impegnate a sviluppare la ricerca tecnologica soprattutto nelle applicazioni dei nuovi materiali.
Le cifre fotografano il successo crescente del Salone: dai 328 espositori su 11.860 metri quadrati del 1961 agli oltre 2.300 fra i più dinamici del mercato globale delle ultime edizioni su oltre 210.000 metri quadrati. E i visitatori, all'inizio 12.100, sono lievitati oltre i 300.000 degli ultimi anni – di cui circa il 70% esteri da 188 paesi, oltre a 4.000 rappresentanti della stampa italiana e internazionale. Crescite vertiginose che hanno fatto del Salone del Mobile l’indiscussa vetrina globale del mondo dell’arredo.
Al Salone del Mobile, diventato “internazionale” dal 1967 - qualifica riservata esclusivamente a quelle manifestazioni che, oltre alla qualità espositiva, garantiscono una percentuale di visitatori esteri elevata - negli anni sono state strategicamente affiancate altre 7 manifestazioni fieristiche che ampliano e rendono più specialistiche aree merceologiche già presenti nel Salone e che fanno capo al sistema FederlegnoArredo.
Nel 1974 nasce EuroCucina e nel 1976 è la volta di Euroluce, biennale internazionale della cucina la prima e dell’illuminazione la seconda che si alternano rispettivamente negli anni pari e dispari, forum dove idee, design, tecnologia e innovazione si incontrano.
Nel 1982 viene lanciata Eimu, manifestazione dedicata agli spazi di lavoro che nel 2008 viene ribattezzata SaloneUfficio . biennale Internazionale dell’Ambiente del Lavoro - e nel 2015 Workplace3.0. Euroluce e SaloneUfficio in Fiera sono state poste una di fronte all’altra per ampliare l’offerta, soprattutto per quanto riguarda progetto e contract e per valorizzare le affinità tra il mondo del lavoro e quello dell’illuminazione.
Nel 1989 debutta il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo che completa il quadro dell’arredo domestico. Nel 1998, è la volta del SaloneSatellite, il trampolino di lancio per i giovani creativi e punto di riferimento delle aziende alla ricerca dei talenti del futuro, che nel 2014 riceve il Compasso d’Oro, lo storico premio nato nel 1954 da un’idea di Gio Ponti per evidenziare il valore e la qualità dei prodotti del design italiano.
Nel 2006 il Salone del Mobile lascia il vecchio quartiere della Fiera Campionaria e si sposta in quello all’avanguardia: Fiera Milano Rho, firmato da Massimiliano Fuksas, e nasce il Salone Internazionale del Bagno, biennale che si affianca negli anni pari a EuroCucina, una piena sinergia nell’ambito delle problematiche tecniche e degli sviluppi del prodotto.
Infine, nel 2019 debutta come manifestazione S.Project, un percorso espositivo trasversale che diventa lente d’ingrandimento per decifrare e riflettere sulle nuove strategie del prodotto e del design d’interni. Altra novità è la presenza diffusa e trasversale di Workplace3.0 nei padiglioni del Salone Internazionale del Mobile così come avviene, già da anni, per il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo.
Il Salone del Mobile.Milano – così sono chiamati tutti insieme questi eventi – è una fiera specializzata ma eterogenea, simbolo di un intero modo di lavorare e di interpretare l’industria moderna. Un vero e proprio sistema espositivo, dove grandi e piccole aziende propongono le novità della produzione e anche un eccezionale momento di comunicazione per tutti gli operatori del settore. E la crescita e il successo sono rafforzati anche dal processo di internazionalizzazione che lo ha portato nel 2005 a New York e Mosca e nel 2016 a Shanghai.
Il 2018 è un anno di svolta per il Salone del Mobile.Milano con il lancio del Manifesto: patto d’intenti volto a canalizzare le forze che a Milano lavorano insieme per mantenere il ruolo di leadership della fiera e della città, contribuendo a far fronte comune sul mercato globale e ad attrarre pensieri, progetti e risorse.
Nove le parole chiave alla base del documento: emozione, impresa, qualità, progetto, sistema, giovani, comunicazione, cultura, Milano. A sottolineare come il successo del Salone del Mobile.Milano risieda nell’instancabile rete industriale alla sua base, nella qualità di progetti che prevedono sostenibilità, eccellenza di forma e contenuto, nella capacità di fare sistema, formare i giovani e, soprattutto, fare tesoro di quello straordinario meccanismo integrato di comunicazione e cultura che da sempre caratterizza la metropoli e il suo territorio.
Il 2019 porta con sé una nuova parola: Ingegno, ovvero intelligenza come principio di creatività, senso del talento, geniale abilità nel fare e nel pensare. Valori delle imprese rappresentate al Salone sviluppate dai designer che affondano nella tradizione del sistema manifatturiero hanno saputo tramandare e alimentare.
Bellezza è invece il termine che doveva essere lanciato per l’edizione 2020 perché inventare, ogni anno, un design nuovo, sperimentare ogni sorta di armonia nelle forme, plasmare il materiale “giusto” raggiungendo un alto grado di sostenibilità significa ricercare la Bellezza. Ma l’emergenza sanitaria globale causata dal Covid-19 ha costretto a scrivere un’altra storia e il Salone per la prima volta è stato costretto alla rinuncia. Temporanea perchè la storia del design e delle sue aziende non può che essere temporanea, così nel settembre 2021 arriva l’evento speciale “supersalone”, inaugurato dal presidente della repubblica Sergio Mattarella, preludio dell’evento di giugno 2022 che torna in presenza con tutta la sua forza, unicità e autorevolezza per consolidare la sua leadership.
EVENTI FRA BUSINESS E CULTURA IN FIERA
Oltre alla manifestazione commerciale il Salone del Mobile.Milano propone da anni eventi collaterali, un palcoscenico internazionale con il “privilegio dell'attualità”, dove fare il punto sullo stato dell'arte e sulla cultura del progetto. Business e cultura è, infatti, la formula sviluppata negli anni che affianca gli affari con proposte di forte impatto e di alto valore. Formula che si è dimostrata vincente per il pubblico degli operatori e di tutti coloro che vivono da protagonisti il mondo della progettazione.
La storia inizia nel 1965, quando – per sottolineare la presenza del nuovo padiglione 30/3 dedicato alle aziende più attente al design venne organizzata la “Mostra retrospettiva per una documentazione sul design del mobile in Italia dal 1945 a oggi”. Da allora, frequenti sono state le mostre chiamate a raccontare e sottolineare in modi anche differenti l'identità produttiva italiana, la qualità e l’unicità dell’artigianalità, del design e della produzione industriale, spaziando dai materiali innovativi alle tendenze che avrebbero definito il futuro dell’arredo, dall’illuminazione al dialogo tra arredo classico e design italiano della metà del Novecento.
Uno dei filoni più importanti delle mostre collaterali del Salone del Mobile.Milano è l'omaggio ai grandi Maestri del design, inaugurato nel 1996 con le monografie di Achille Castiglioni – esposta anche a Barcellona, Bergamo, Weil am Rhein, New York, Tokio, Niitsu e Breda – e Joe Colombo e proseguito negli anni successivi con quelle dedicate a Gio Ponti, Vico Magistretti, Alvar Aalto, Bruno Munari ed Ettore Sottsass.
In Variazione sul tema, nel 2004, è “Entrez Lentement”, l'architettura si intreccia alla vita, la Storia alle storie, con la rappresentazione di otto case d'autore di altrettanti grandi Maestri dell'architettura del Novecento e la relativa interpretazione da parte di otto famosi architetti contemporanei, come Alvar Aalto/Steven Holl, Eileen Gray/Kengo Kuma, Oscar Niemeyer/Álvaro Siza Vieira. “Dove vivono gli architetti”, del 2014, è, invece, la grande installazione multimediale che racconta le case e gli spazi privati di otto protagonisti dell’architettura mondiale: Shigeru Ban, Mario Bellini, David Chipperfield, Massimiliano and Doriana Fuksas, Zaha Hadid, Marcio Kogan, Daniel Libeskind and Studio Mumbai/Bijoy Jain.
Al cambio del Millennio il Salone del Mobile.Milano inaugura un nuovo modo di fare mostre. Esce dai confini fieristici ed entra nelle sedi più prestigiose di Milano con eventi trasversali fra design, arte, moda e cibo. Tutto comincia con “Stanze e Segreti” alla Rotonda di Via Besana nel 2000, sul tema della casa e dei sentimenti che la abitano interpretato da importanti artisti internazionali. Di grande impatto e risonanza, nel 2008, “L'Ultima Cena di Leonardo” di Peter Greenaway, in cui l'artista e regista cinematografico dà vita a un evento multimediale carico di emozione, in una straordinaria commistione di linguaggi che comprendono arte, cinema, poesia, musica e la più moderna tecnologia.
Alcuni eventi collaterali hanno invece l'obiettivo di suggerire nuovi sbocchi e direzioni alla produzione, anticipazioni di futuri scenari progettuali e produttivi. Possono essere annuali, come il SaloneSatellite, oppure episodici come “GrandHotelSalone” del 2002, un viaggio intorno al mondo in cui dieci famosi progettisti contemporanei hanno immaginato camere d'albergo in altrettante città del mondo, realizzate con la collaborazione di dieci tra le migliori aziende del settore arredo. Al tema dell’ufficio sono stati dedicati vari eventi tra cui nel 2013 “Progetto: ufficio da abitare" di Jean Nouvel, Pritzker Prize 2008 e “La Passeggiata” di Michele De Lucchi, dedicata al design e alla tecnologia per la progettazione degli spazi di lavoro e all’importanza di muoversi anche in ufficio per ricevere gli stimoli fondamentali per il processo creativo.
Il contatto con il mondo dell’arte ha toccato anche alcune delle pagine pubblicitarie del Salone del Mobile.Milano: dalla scultura di Arnaldo Pomodoro nel 1979 agli assemblage di Mimmo Rotella, alle sculture di Andrea Cascella e Lucio Del Pezzo fino alle illustrazioni di Guido Scarabottolo nel 2007 e 2008.
Nel 1998 Cosmit riceve il prestigioso Compasso d'Oro per la sua immagine coordinata realizzata da Massimo Vignelli/Vignelli Associates.Tutti i manifesti pubblicitari, dal 1961 a oggi, sono visibili e scaricabili da www.salonemilano.it/manifesti
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