Parma - La moglie voleva lasciarlo, lui non gliel’ha permesso. L’ha uccisa, ha fatto altrettanto con la figlia e poi si è sparato. Un raptus, colpa della separazione imminente che rifiutava. Litigi sempre più frequenti, che ultimamente gli avevano fatto perdere molti chili. Lei voleva andare a vivere dal fratello, si sarebbe portata via la figlia.
Massimo Del Signore, 44 anni, capo officina alla Number One, società del gruppo Barilla, nel Parmense, ha sparato a Gabriella Massari di 38, commessa da tempo in un negozio di tessuti e abbigliamento, il «Maestri» di Salsomaggiore, e alla figlia Elisa (19), poi ha rivolto l’arma contro se stesso. Si era diplomata due mesi fa al liceo scientifico Gabriele D’Annunzio di Fidenza, iscrivendosi poi alla facoltà di Economia e Commercio dell’università di Parma, da poco era tornata da una vacanza con le amiche.
Il duplice omicidio-suicidio è stato scoperto alle 16.20 di ieri pomeriggio, quando i carabinieri sono andati a bussare alla porta della villetta di casa Del Signore, al civico 6 di via Ugo La Malfa, vicino al PalaCotonella di Salsomaggiore, la sede della finalissima di Miss Italia. Ad allertarli Gabriele Massari, fratello della signora Gabriella, che non riusciva a mettersi in contatto: in mattinata lei non si era presentata al lavoro in negozio, anche i colleghi erano allarmati. I militari dalla finestra dell’appartamento vedendo sangue a terra hanno chiamato i vigili del fuoco che hanno forzato la porta, così sono state scoperte le tre vittime.
Martedì sera padre, madre e figlia avevano cenato proprio con Massari. Verso le 22,15 la strage, è a quell’ora che alcuni vicini di casa hanno udito esplosioni simili a colpi di pistola. Nella casa ci sono vetri rotti, forse il segno di una colluttazione, con la donna colpita al torace e alla testa dagli spari di una Beretta semiautomatica calibro 9, pistola regolarmente denunciata che Massimo Del Signore usava al poligono di tiro per esercitarsi. Elisa si è accorta della morte della mamma, con cui aveva un rapporto speciale, rientrando a casa: aveva ancora le chiavi in mano, è stata ammazzata da un sparo ravvicinato, alla nuca, poi il padre si è sparato alla tempia.
Nativo di Roma, Massimo Del Signore abitava con moglie e figlia in quella casa di Salsomaggiore da 13 anni. Ha due fratelli, Stefano, fra i primi a entrare nella casa degli orrori, e Roberto. La famiglia era conosciuta da tutti, in paese, anche dal sindaco Massimo Tedeschi e dal suo vice, Massimo Cavalli, arrivato sul posto e particolarmente scosso. «Incrociavo spesso mamma e figlia al circolo tennis - racconta Cavalli -, mi sembra incredibile quel che è accaduto».
Il pm Vincenzo Picciotti, la Polizia scientifica e i carabinieri hanno chiesto riserbo sulla vicenda, per evitare uno choc che potrebbe essere fatale al padre di Gabriella, che ha 80 anni e vive vicino al luogo della strage, assistito da una badante. Alla notizia un’anziana del paese emiliano si è sentita male in strada, è stata soccorsa, portata in ospedale e poi dimessa.
«Era gente perbene, che lavorava seriamente - dice un vicino -. Non sapevo che fossero in fase di separazione».
«Elisa era una ragazza splendida, molto solare - aggiunge un giovane che la conosceva bene -, è una morte che lascia senza parole. Mai e poi mai avrei immaginato una tragedia del genere».
In Italia in un anno circa mille persone perdono la vita per litigi familiari, tra omicidi e suicidi: fra le mura domestiche vengono commessi molti più delitti che da tutta la malavita organizzata messa insieme.
«La tragedia - commenta l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’associazione matrimonialisti italiani - dimostra che ancora una volta la violenza in casa ha superato i livelli di guardia. La famiglia non è più isola felice».
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