Aids, scoperto un nuovo ceppo di Hiv per la prima volta da 19 anni: tre i contagiati

Lo studio, pubblicato sul Journal of Acquired Immune Deficiency Syndrome, appartiene al gruppo M, lo stesso che scatenò la pandemia. Gli scienziati però assicurano che gli attuali trattamenti per il virus sono efficaci

Aids, scoperto un nuovo ceppo di Hiv per la prima volta da 19 anni: tre i contagiati

Non avveniva da 19 anni, ma gli scienziati hanno comunicato di avere scoperto un nuovo ceppo dell'Hiv, il virus che provoca l'Aids. Lo studio, che è stato pubblicato sul Journal of Acquired Immune Deficiency Syndrome, ha rivelato come questo gruppo sia della famiglia M, la stessa che in passato ha provocato la pandemia di cui tutti hanno avuto timore. Si tratta del primo nuovo ceppo identificato da quando, nel 2000, sono state fissate le linee guida per la classificazione dei sottotipi e quello appena scoperto è il decimo ceppo del gruppo M.

Un virus "in continua trasformazione"

Carole McArthur, una delle autrici della ricerca, dell'università del Missouri, a Kansas City, in una nota ha spiegato come la scoperta ricordi a tutti che "per porre fine alla pandemia si debba considerare questo virus in continua trasformazione e utilizzare le più avanzate tecnologie e risorse per monitorare la sua evoluzione". Nonostante possa sembrare questa una notizia allarmante, in realtà conoscere la trasformazione del virus migliora, secondo gli scienziati, la comprensione della malattia e l'efficacia dei test diagnostici e della prevenzione. Anthony Fauci, direttore dell'Istituto nazionale di allergie e malattie infettive, ha assicurato che gli attuali trattamenti per l'Hiv sono efficaci contro questo ceppo e ha dichiarato: "Non c'è motivo di farsi prendere dal panico o addirittura preoccuparsene. Non molte persone ne sono infette. Questo è un valore anomalo".

Le tre persone contagiate

Secondo l'Abbott Laboratories, che ha condotto la ricerca insieme all'università del Missouri, sono soltanto tre le persone contagiate da questo nuovo ceppo. La versione del gruppo M del virus dell'Hiv è responsabile del 90% dei 37,9 milioni di contagi attuali, secondo i dati dell'organizzazione mondiale della Sanità. Unaids ha stimato che nel 2016 circa 1,8 milioni di persone sono state infettate. Ma in questo caso, affinché gli scienziati possano stabilire che si tratta di un nuovo sottotipo, tre casi devono essere rilevati in modo indipendent: i primi due casi di questo nuovo ceppo sono stati rilevati nella Repubblica democratica del Congo nel 1983 e nel 1990. Il terzo campione, ricostrato sempre nel Paese africano, è stato raccolto nel 2001 come parte di uno studio volto a prevenire la trasmissione del virus da madre a figlio.

Che cos'è l'Hiv

L'Hiv, ovvero il virus dell'immunodeficienza umana, è un virus che causa un'infezione che, se non trattata adeguatamente, provoca l'Aids, cioè la sindrome da immunodeficienza acquisita, una malattia in cui il sistema immunitario si indebolisce progressivamente. Nella maggioranza dei casi, l'Hiv si trasmette durante i rapporti sessuali non protetti, quando c'è contatto con sangue, sperma, liquido vaginale o pre-eiaculazioni.

Altri tipi di trasmissione dell'Hiv includono il passaggio del virus da una madre infetta al figlio durante la gravidanza o il parto, tramite esposizioni al sangue, al fluido vaginale o al latte materno. Il tempo medio di sopravvivenza dopo infezione da Hiv si è allungato negli anni nei pazienti che seguono cicli di terapia mirata.

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