I pazienti ricoverati per Covid a cui sono stati diagnosticati sintomi neurologici collegati all'infezione hanno sei volte più probabilità di morire in ospedale rispetto a quelli senza complicanze neurologiche. A questa importante conclusione è giunto uno studio del Global Consortium Study of Neurologic Dysfunction in COVID-19 (GCS-NeuroCOVID) che, con 133 dati raccolti in tutti i continenti ad esclusione dell'Antartide, è ad oggi la più grande ricerca sul collegamento tra i danni neurologici e il coronavirus.
A capo della ricerca Sherry Chou, professore associato di terapia intensiva, neurologia e neurochirurgia presso l'Università di Pittsburgh School of Medicine, che spiega: «Sin dall'inizio della pandemia è parso evidente che un buon numero di persone con sintomi gravi tali da dover essere ospedalizzate hanno sviluppato anche problemi neurologici. A un anno di distanza stiamo ancora combattendo contro un nemico invisibile che conosciamo poco».
Gli scienziati hanno analizzato i dati di tre diverse tipologie di partecipanti. Il primo gruppo comprendeva 3.055 soggetti ricoverati per Covid, indipendentemente dal loro stato neurologico. Del secondo gruppo facevano parte 475 individui ospedalizzati con sintomi neurologici clinicamente confermati. Il terzo gruppo, infine, era composto da 214 persone ospedalizzate per le quali era stata richiesta una valutazione da parte di un neurologo. Dalla ricerca è emerso che, su un gruppo di 3.744 soggetti adulti ricoverati, l'82% presentava manifestazioni neurologiche. Quasi 4 individui su 10 hanno riferito di avere mal di testa e circa 3 su 10 hanno detto di aver perso l'olfatto o il gusto.
Delle sindromi diagnosticate clinicamente, la più diffusa è risultata essere l'encefalopatia acuta (la quale ha colpito quasi la metà dei pazienti), seguita dal coma (17%) e dall'ictus (6%). L'encefalopatia ha comportato un'alterazione dello stato sensoriale o della coscienza. Chi ne era affetto agiva in maniera confusa, delirante o comunque agitata. Più rari invece, nonostante le preoccupazioni iniziali sulla possibile capacità del Covid di attaccare direttamente il cervello e causare gonfiore e infiammazione, altri disturbi come la meningite e l'encefalite, verificatisi in meno dell'1% dei partecipanti.
Lo studio ha altresì evidenziato che chi soffre di una condizione neurologica preesistente di qualsiasi tipo (demenza, Alzheimer, emicranie croniche, malattie del midollo spinale e dei nervi) ha il doppio delle probabilità di sviluppare complicazioni neurologiche legate al coronavirus. Inoltre, qualsiasi sintomatologia neurologica associata all'infezione è correlata a un rischio sei volte maggiore di morte. Per chi guarisce, infine, le prospettive di salute a lungo termine rimangono incerte.
«Anche quando la pandemia sarà completamente sradicata - ha confermato Sherry Chou - milioni di sopravvissuti avranno bisogno del nostro aiuto. È importante scoprire quali sintomi e problemi stanno affrontando questi pazienti. Abbiamo ancora molto da fare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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