Glicemia, una «sorvegliata speciale»

L'elevato livello di glucosio nel sangue deve essere controllato: determina gravi complicanze

Luigi Cucchi«La ricerca in campo diabetologico è da sempre vivace e produttiva. Oggi in particolare possiamo guardare al domani pensando non solo a nuovi farmaci, sempre più attivi e sicuri, ma alle nuove possibilità di trapianto e alla miniaturizzazione di pancreas artificiali che consentano, in automatico, di dosare la glicemia e correggerla con la somministrazione della dose giusta di insulina».Queste le parole del professor Paolo Mascetti, diabetologo, primario emerito all'ospedale S. Anna di Como. Un pioniere della diabetologia che ha assistito e curato migliaia di pazienti e che ben conosce le difficoltà dell'autocontrollo per il paziente diabetico: una sfida quotidiana se vuole allontanare le complicanze della malattia che rappresentano un rischio costante, soprattutto a Natale.«La scoperta dell'insulina, ormai quasi 100 anni fà, sembrava aggiunge Mascetti - aver debellato il problema del diabete. Così non è stato: oggi abbiamo molti più diabetici nella popolazione con le conseguenze in mortalità, invalidità e spesa sociale determinate dalle complicanze croniche del diabete, una patologia che, se non ben curata, danneggia la circolazione di tutto l'organismo determinando conseguenze spesso gravi a carico del cervello, della vista, del cuore, del rene e degli arti inferiori. Ne derivano ictus, cecità, infarto miocardico, insufficienza renale e lesioni, fino alla gangrena, agli arti inferiori». La terapia è fondamentale, ma un peso determinante è proprio costituito dall'educazione alla conoscenza della malattia nelle sue cause e conseguenze e dall'autocontrollo della propria situazione glicemica. «Quindi uggerisce Mascetti - niente fatalismi, niente pressapochismo, ma un atteggiamento estremamente concreto e pratico che solo il contatto con il diabetologo può garantire. Il diabete è una malattia cronica, una volta avviata non guarisce, ma va curata per tutta la vita. Va prevenuto quando possibile e diagnosticato in una fase precoce per iniziare tempestivamente la terapia. É difficile ipotizzare campagne di screening su tutta la popolazione, ma senz'altro dovremmo concentrarci sulle fasce più a rischio di sviluppare il diabete: soggetti sopra i 45 anni, figli o fratelli di diabetici, in sovrappeso, ipertesi o con alterazioni dei lipidi nel sangue. Altre situazioni a rischio sono un diabete transitorio occorso in gravidanza o aver avuto figli con peso alla nascita sopra i 4 chili. Questi soggetti devono sottoporsi almeno ad un esame della glicemia all'anno e , nel caso di valori anche solo leggermente elevati, ad esami più approfonditi come la curva da carico di glucosio o il dosaggio dell'emoglobina glicata». Accertata la malattia come si deve procedere?«La base per il trattamento del diabete è costituita da una dieta attenta e dalla attività fisica, anche leggera ma regolare e costante: dove questi mezzi risultassero insufficienti si aggiungerà la terapia farmacologica. Un ambiente famigliare coinvolto può favorire, specie nel bambino e nel giovane, il mantenimento di stili di vita corretti. Se il diabete non viene ben inquadrato e controllato precisa Mascetti - possono insorgere le temibili complicanze.

La terapia diviene più complessa: si devono curare o contenere queste conseguenze. Necessari ulteriori esami che possono includere anche terapie laser per gli occhi o tecniche di chirurgia endovascolare per il cuore o gli arti». Le cure sono oggi personalizzate.

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