Innovazione digitale nel settore salute e lo sviluppo della sanità integrativa

Tavola rotonda organizzata da Filippo Ceppellini, ad ONHC, in occasione del 22° convegno annuale ANRA sulla gestione del rischio nell'eco-sistema sanitario

Innovazione digitale nel settore salute e lo sviluppo della sanità integrativa

Conto alla rovescia per l’avvio del 22° Convegno annuale ANRA, previsto per il 24 e 25 ottobre presso MiCO - Centro Congressi Milano. Quest’anno l’associazione, che dal 1972 raggruppa i risk manager e i responsabili delle assicurazioni aziendali, invita le più grandi realtà di gestione del rischio a pronunciarsi sul tema “L’ecosistema digitale del rischio - Intelligenza Artificiale e Big Data”.

Nell’ambito del convegno, ONHC (ON Health Care Group Spa) ha promosso una tavola rotonda condotta da Giovanni Favero, direttore editoriale ANRA, dedicata al tema “I nuovi touch point digitali per la gestione del rischio nell’ecosistema sanitario”. ONHC, gruppo genovese leader nei servizi di Sanità Integrativa, assecondando una logica di ecosistema virtuoso, aggrega le competenze necessarie a indirizzare e gestire le più efficaci soluzioni in ambito healthcare. Il suo AD, Filippo Ceppellini, crede e investe nel futuro della digitalizzazione della Sanità e per questo ha coinvolto in questa tavola rotonda realtà partner con cui condivide la sua vision.

Dottor Ceppellini, perché pensa che il contesto del convegno annuale di ANRA sia il palcoscenico giusto per parlare di Sanità?
"I Risk Manager sono delle figure fondamentali all’interno di un’azienda, sia per la definizione della strategia aziendale che per la gestione operativa dei rischi. Il capitale più importante di un’azienda è quello umano e viene da sé che il welfare ed il benessere dei dipendenti debbano essere preservati e valorizzati".

In che modo il digitale può essere messo a servizio del SSN o del privato?
"In Italia non vi è un problema di qualità di prestazioni né di capacità di erogarle, è piuttosto un problema di accesso alle prestazioni di cura sia nel pubblico che nel privato. La tecnologia potrà fare tanto, portando ad una semplificazione del percorso clinico dei pazienti, favorendone la domiciliarizzazione delle cure, dell’assistenza e dei servizi ad esse collegati. È per questo che investiamo nella ricerca e sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative che possano supportare l’assistenza alle persone migliorandone la qualità della vita".

Nello specifico il SSN non riesce a coprire tutto il fabbisogno, che ruolo ha la Sanità Integrativa adesso e quale ruolo avrà un domani?
"Il Sistema Sanitario Nazionale non riesce, con le risorse disponibili, a soddisfare i fabbisogni assistenziali dei cittadini italiani e, in futuro, il gap diventerà ancora più significativo. Parlare di Sistema Sanitario solo pubblico è un falso ideologico. Già oggi i cittadini italiani ricorrono al privato, o perché il pubblico non offre coperture sufficienti, o perché le eroga con tempi di attesa troppo lunghi. La Sanità Integrativa, che oggi fornisce coperture a circa 13 Milioni di persone, può essere di grande supporto per la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale e per colmare le spese che vengono sostenute “out of pocket”, ma le prestazioni erogate dovrebbero essere incentrate su una reale integrazione e complementarità e non a sostituzione di quelle offerte dal pubblico. Ad esempio, sulla prevenzione delle malattie croniche, sulle visite specialistiche e sugli accertamenti diagnostici che il pubblico non riesce a soddisfare, sull’odontoiatria e sulla non-autosufficienza".

Quello che ci racconta, secondo lei, è un futuro prossimo o lontano?
"Dopo la pandemia c’è una maggiore sensibilità ed attenzione da parte di tutti ai temi che riguardano la salute. In particolar modo sulla prevenzione e sul benessere psicofisico.

La sfida per tutti gli stakeholder dell’eco-sistema sanitario, inclusa la parte politica a cui competono le scelte, è quella di prevenire che le persone si ammalino, migliorare la risposta alla richiesta dei fabbisogni assistenziali dei cittadini, semplificare l’accesso alle cure e all’assistenza. Per fare questo ci vuole visione, maggiore integrazione tra il primo ed il secondo pilastro del nostro Sistema Sanitario e piena valorizzazione delle tecnologie di cui la nostra società dispone oggi".

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