La tiroide può aumentare e diminuire il proprio lavoro, facendo instaurare condizioni note come ipotiroidismo e ipertiroidismo. Nonostante le sue ridotte dimensioni, misura soltanto 5-8 centimetri di lunghezza e 3-4 centimetri di larghezza, essa ricopre numerose funzioni chiave dell'organismo.
Tiroide, cos'è e a cosa serve
Questa ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo, davanti alla trachea, è formata da due lobi uniti sulla linea mediana da un istmo che le conferiscono il tipico aspetto a "farfalla". Tra le sue funzioni principali, vi è quella di regolare il metabolismo, ovvero quel complesso di reazioni che consente agli organi di ottenere l'energia necessaria per svolgere in maniera corretta le proprie attività.
Interviene, poi, nei processi di sviluppo di molti tessuti e ottimizza le funzioni dell'apparato cardiovascolare, del sistema nervoso e di quello riproduttivo. Gli ormoni tiroidei, infine, aumentano la motilità intestinale e favoriscono l'assorbimento della vitamina B12 e del ferro. Questa ghiandola può, altresì, essere colpita da alterazioni morfologiche, come nel caso di gozzo e noduli, oppure può essere sede di infiammazioni, com la tiroidite di Hashimoto.
Ipotiroidismo, quali sono le cause?
L'ipotiroidismo è una condizione morbosa causata dall'incapacità della tiroide di produrre una quantità di ormoni, in particolare T3 e T4, sufficienti per lo svolgimento delle normali funzioni dell'organismo. Più raramente dipende da una resistenza messa in atto dai tessuti all'azione dei suddetti ormoni.
Colpisce in media lo 0,5-1% della popolazione, con una netta prevalenza nel sesso femminile e nei soggetti di età avanzata. Sembra esserci inoltre una spiccata associazione con due malattie genetiche, la sindrome di Down e la sindrome di Turner. Le cause di questo disturbo sono numerose e vengono, quindi, suddivise in quattro categorie:
- ipotiroidismo primario: deriva da una specifica disfunzione tiroidea. A causarlo sono le malattie autoimmuni della tiroide, come la già citata tiroidite di Hashimoto, la carenza di iodio successiva ad una dieta, l'asportazione parziale o totale della ghiandola;
- ipotiroidismo secondario: è l'esito di un malfunzionamento dell'ipofisi o del sistema ormonale ipofisario determinato da neoplasie (adenomi ipofisari), lesioni post-traumatiche, post-radioterapia, post-aneurisma;
- ipotiroidismo terziario: è la conseguenza di un cattivo funzionamento dell'ipotalamo e del sistema ormonale ipotalamico a causa di lesioni o di forme cancerose;
- ipotiroidismo iatrogeno: a provocarlo è un errato trattamento medico, consistente ad esempio nella somministrazione di dosi eccessive di farmaci antitiroidei.
I sintomi dell'ipotiroidismo
I segni clinici dell'ipotiroidismo variano a seconda del periodo dell'esistenza in cui insorgono. Durante la vita fetale e negli anni della prima giovinezza, la malattia è responsabile di gravi e irreversibili alterazioni dello sviluppo corporeo (nanismo ipofisario), dello sviluppo cerebrale (cretinismo) e di quello sessuale. Negli adulti manifestazioni tipiche includono:
- aonnolenza, letargia e rallentamento dei processi ideativi;
- depressione;
- debolezza muscolare;
- facies mixedematosa, ovvero zone palpebrali ristrette, sopracciglia scarse, bocca semiaperta e lingua ingrossata;
- cute secca e capelli radi e sottili;
- mestruazioni abbondanti;
- rigidità e gonfiore articolare;
- cute fredda e intollerante alle basse temperature;
- aumento del peso corporeo;
- raucedine;
- anemia.
Ipertiroidismo, quali sono le cause?
Colpisce prevalentemente le donne fra i 20 e i 40 anni, anche se può insorgere a qualsiasi età. A differenza dell'ipotiroidismo, l'ipertiroidismo è una sindrome caratterizzata da un'eccessiva produzione di ormoni tiroidei. Chi ne viene colpito sviluppa frequentemente alterazioni anche importanti a carico del metabolismo, del cuore e del sistema nervoso. Le cause principali del disturbo sono dovute a:
- gozzo multinodulare tossico: insorge quasi sempre dopo i 50-60 anni come conseguenza di una protratta stimolazione della tiroide per insufficiente sintesi di ormoni. Diffuso nelle aree a ridotto apporto iodico, si caratterizza per la presenza di una ghiandola di dimensioni aumentate e costellata di noduli;
- gozzo nodulare tossico: in questo caso l'ipertiroidismo è l'esito di una produzione in eccesso di ormoni localizzata;
- morbo di Graves-Basedow: l'organismo produce immunoglobuline, ovvero anticorpi che stimolano la tiroide con conseguente formazione di gozzo;
- adenoma tossico: provoca un aumento asimmetrico della tiroide;
- produzione eccessiva di TSH;
- abuso di preparati tiroidei a scopo dimagrante;
- iperassunzione di iodio.
Ipertiroidismo, ecco come si manifesta
Il quadro clinico dell'ipertiroidismo è vario. Il disturbo, provocando un aumento del consumo di ossigeno e della produzione metabolica di calore, genera estrema magrezza, tremori, ipersudorazione e intolleranza al calore. La cute di un paziente ipertiroideo si presenta calda per l'incrementato flusso ematico e per la vasodilatazione periferica, attraverso la quale il corpo cerca di disperdere l'energia termica prodotta in eccesso.
Anche il cuoio capelluto ne risente: i capelli appaiono infatti fragili, sottili e tendono a perdere la loro naturale ondulazione. L'alopecia è frequente. Spesso associato al gozzo, l'ipertiroidismo può, altresì, provocare astenia e disturbi psicologici come nervosismo, insonnia, agitazione, fino alla comparsa di una vera e propria psicosi.
A livello
dell'apparato cardiovascolare, esso si associa ad un aumento della frequenza cardiaca e della forza contrattile del cuore, a ipertensione e a ipertrofia del ventricolo sinistro. Sintomi minori comprendono:- congiuntivite;
- ginecomastia;
- mestruazioni irregolari;
- esoftalmo;
- epidermide sottile;
- edema periorbitale;
- infertilità maschile e femminile;
- calo della libido.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.