Al mal di piedi non fateci il callo

Mara Agostoni

Se si ha mal di piedi, meglio non farci il callo. Che sia solo un durone, un dolore all'avampiede o una tallonite, per i medici è importante non trascurarlo e intervenire subito, per risolvere un dolore che può limitare le funzionalità fisiche, ma anche per evitare conseguenze sulla postura, a carico di schiena e arti, e persino psicologiche.

TACCO E PUNTA

Si parte dalla punta. L'alluce valgo e, simmetrica sul mignolo, la cipolla del quinto dito varo o callo del sarto: due deformazioni dell'articolazione e due protuberanze, entrambe tipiche delle donne (in particolare dopo i 40 anni), legate a una predisposizione familiare e che possono rendere doloroso indossare normali calzature. La scarpa inadatta diventa il problema, ma può concorrere anche a crearlo. Lo hanno dimostrato lo scorso aprile gli studiosi della Ningbo University in Cina e della University of the West of Scotland: le donne che camminano sui tacchi presentano una più ampia dorsoflessione dell'alluce e una minore flessione plantare, riscontri di una evidenza cinematica che indossare tacchi alti può portare a deformazioni e lesioni del piede. Prima di loro, ricercatori inglesi e australiani hanno studiato 2.627 donne fra i 50 e gli 89 anni, scoprendo un'incidenza dell'alluce valgo maggiore fra quante hanno calzato scarpe con una forma stretta da giovani, fra i 20 e i 39 anni.

IL DOLORE DEL MATTINO

Meglio abbassare i tacchi? Sì ma gradualmente. Se una donna abituata ai trampoli passa improvvisamente alle ballerine, scaricando il peso sui calcagni, potrebbe infatti incorrere nella tallonite, o tatalgia. E' il dolore del mattino. Una fitta sotto il tallone che tipicamente si avverte appena si mette il piede giù dal letto. Più diffuso fra gli uomini e dopo i 40 anni, questo disturbo può avere diverse cause, ma il più comune è la fascite plantare, l'infiammazione della struttura fibrosa che collega il calcagno alle dita. Sotto accusa, oltre che l'avanzare dell'età e la conformazione del piede, piatto o cavo, sono i microtraumi, le sollecitazioni, lo stress a cui si sottopone il basamento del nostro corpo, ad esempio per l'eccessiva attività fisica, oppure per il sovrappeso. E' per questo che il disturbo è diffuso fra gli atleti. E fra ciabattine, passeggiate in riva al mare e giochi sulla sabbia, i medici ne rilevano una recrudescenza soprattutto in estate. Il consiglio è quello di non esagerare, scegliere calzature adeguate e sostituire quelle usurate, perchè camminare a piedi nudi può essere liberatorio ma non sempre fa bene, praticare attività sportive con una corretta preparazione, regolare gli sforzi anche in base al terreno su cui ci si trova, controllare il peso.

A PIEDI NUDI NEL PARCO

Un gruppo di ricercatori di Hannover in Germania, in uno studio sui problemi ai piedi degli atleti, ha dimostrato che la corsa sull'asfalto riduce in parte il rischio di tendinopatia mentre farlo sulla sabbia lo aumenta di dieci volte. All'università di Chieti, in una ricerca pubblicata nel febbraio scorso, hanno studiato le condizioni dei piedi di 1473 calciatori, fra professionisti e amatori, in rapporto ai ripetuti microtraumi subiti e al terreno di gioco, al tipo di esercizi e alle scarpette: 960 quelli con dolore ai piedi, rilevato da esami strumentali e clinici. Una equipe di Cadice in Spagna ha studiato i problemi ai piedi delle ballerine di flamenco, con un minimo di 25 ore di attività alla settimana, svolta sia scalze sia con le scarpe da ballo: nell'80% si è registrato dolore metatarsale, nell'84% ipercheratosi (calli) alla pianta del piede, in seguito a traumi ripetitivi durante la danza. Camminare scalzi ha conseguenze anche per i monaci Thai: sette su dieci con callosità e due su dieci con deformazioni alle dita. Analoga indagine sui Muay Thai kick boxer, che si allenano a piedi nudi: calli nel 59%, deformità alle dita nel 49%.

L'UMORE SOTTO I PIEDI

E' però un importante studio epidemiologico, condotto sul lungo periodo sulla popolazione della cittadina statunitense di Framingham, a dare molte indicazionI sull'importanza di non trascurare il mal di piedi, soprattutto negli anziani, per le conseguenze che può avere. Su un campione di 1375 persone con età media di 69 anni si è mostrato ad esempio che il dolore ai piedi è associato a un incremento del 62% del tasso di cadute ricorrenti, ancora maggiore fra chi ha il piede piatto. Su un campione di 1860 persone anziane, il mal di piedi è associato a limitazioni e difficoltà a compiere alcune attività: chi ha la postura da piede piatto fa fatica a restare bilanciato, chi ha quella del piede valgo ha problemi a camminare in una piccola stanza. Chi ha l'alluce valgo modifica il modo di caricare il peso.

Ancora, su 1464 uomini e 1857 donne, età media 66 anni, nelle persone con mal di piedi si registra un tasso doppio di sintomi depressivi rispetto a chi non lo ha: per le donne con un dolore severo, il tasso aumenta di tre volte, con un impatto dunque sulla qualità della vita che va ben oltre il dolore localizzato.

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