Coloro che soffrono di cosiddetta fatica cronica, sono le persone che tendono ad affaticarsi facilmente e a sentirsi impreparate ad affrontare le situazioni anche dopo molte ore di riposo. In realtà, le persone affette da questo disturbo soffrono di una problematica molto più invalidante; intenso malessere dopo esercizi fisici anche di minima entità, sintomi simil-influenzali, sonno non ristoratore, sensazione di confusione mentale e tutta una costellazione di sintomi non meglio specificabili, sono coordinate tipiche di questa situazione. E accade che le persone siano «bollate» come soggetti «psicosomatici».
Occorre quindi, in questi casi, compiere una diagnosi differenziale con un disturbo depressivo, chiedendo al soggetto cosa farebbe se non soffrisse di tali limitazioni. Le persone con affaticamento cronico, infatti, elencano molteplici attività che ritengono piacevoli e che vorrebbero svolgere.
Inoltre, i pazienti con sindrome da fatica cronica raramente riferiscono sentimenti di colpa, ideazione autolesiva o disinteresse. In loro si evidenzia anche l'assenza di depressione o altri disturbi psichiatrici e non è presente alcun evento stressante che giustifichi una reazione depressiva. È quindi necessario un accurato esame medico e può essere indicata una valutazione psicologica, finalizzata a validare il disagio della persona e ad affrontarlo costruttivamente.
In molti casi, i sintomi migliorano nettamente, quando i pazienti sono sottoposti a psicoterapia di sostegno, finalizzata a focalizzare il problema e le concause nelle cattive abitudini acquisite nella quotidianità.
Anche un'attività
fisica inizialmente blanda e poi più intensa, può aiutare a superare l'affaticamento cronico; l'importante è che il movimento sia tarato sulle possibilità della persona che affronta il programma.*Psicologa e psicoterapeuta
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