In arrivo un'altra rivoluzione in campo medico grazie ai progressi dei nostri tempi che salvano la vita e in questo caso la vista: invece del trapianto di cornea sarà sufficiente un'iniezione con cellule endoteliali, tessuto che riveste la superficie interna dei vasi sanguigni, coltivate in laboratorio. Questo processo sarà possibile per almeno il 40% dei cinquemila trapianti di cornea che avvengono ogni anno in Italia. Tecnicamente, il contenuto della puntura avrà cellule estratte da un donatore e sviluppate in laboratorio. La notizia è stata rivelata durante un congresso del Siso (Società Italiana di Scienze oftalmologiche) ed è stato sottolineato che in questo modo sarà ridotta la necessità di tessuti corneali.
"Approccio rivoluzionario"
La rivoluzione è partita da Giappone ed El Salvador e adesso in uso anche negli Stati Uniti. Nel nostro Paese, a breve dovrebbe iniziare l'iter che poi porterà all'approvazione definitiva. Il merito va dato al chirurgo oframologo giapponese Shigeru Kinoshita, il primo che "coltivato" cellule endoteliali estratte da alcuni donatori di cornea e trattato con successo 65 pazienti seguiti per cinque anni. In Italia, il primo professore che metterà mani agli interventi sarà Vincenzo Sarnicola, membro del Siso e tra i più importanti in fatto di cornea. "Questo nuovo approccio è rivoluzionario perché semplifica l'intervento, accelera e migliora il recupero visivo, consente di trattare con una sola cornea un numero molto elevato di occhi", spiega Sarnicola ad AdnKronos.
Qual è la tecnica
Il prof. Sernicola spiega che è molto più semplice "iniettare le cellule è più facile che dover gestire un tessuto intero": le cellule endoteliali della cornea, infatti, possono essere estratte dai donatori e fatte moltiplicare in coltura. A quel punto, vanno direttamente "iniettate nel ricevente dopo aver grattato via le cellule malate". Finora, la percentuale del 40% dei trapianti posson essere evitati ma non è escluso che in futuro questo numero possa essere ulteriormente aumentato. "Quando la patologia riguarda il solo strato endoteliale - spiega ancora Sarnicola - intervenire con un trapianto di cellule sarà risolutivo e molto più semplice rispetto al trapianto standard". In pochi minuti si effettuerà l'iniezione "nella camera oculare anteriore" e per le successive tre ore il paziente sarà mantenuto prono (chinato) per 3 ore in modo tale da far riallineare in autonomina le cellule endoteliali. "Il recupero visivo sarà rapido e migliore: si tratta di una vera rivoluzione".
L'altro vantaggio è che, con un solo donatore, si possono curare fino a 75 pazienti anche se gli esperti credono che il numero possa essere più che triplicato arrivando anche a 3-500 pazienti con un unico tessuto.
"Questo significa che sarà possibile trattare moltissimi pazienti in più rispetto a oggi e soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove trovare i tessuti corneali necessari non è semplice e gestire i trapianti di cornea standard è altrettanto complesso" , conclude Sarnicola. 13 milioni di persone nel mondo soffrono di cecità bilaterale causate da patologie della cornea e nel 40-50% dei casi si tratta dell'endotelio che non funziona.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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