Un nuovo metodo di contraccezione quello a cui ricorrono sempre più uomini e donne, anche in Italia, affrontando la scelta radicale della sterilizzazione. La pratica è sdoganata, in particolare per gli uomini ma per fini medici e di salute, nota come vasectomia viene praticata in presenza di epididimite cronica, cioè l'infiammazione del dotto che connette i testicoli con i vasi deferenti. Ma da qualche tempo la sterilizzazione è diventata una scelta consapevole in sostituzione della pillola e del preservativo, quindi come contraccettivo definitivo e difficilmente reversibile. Sicuramente una decisione drastica che non trova sempre il consenso dei medici e degli specialisti, e che non è facile praticare attraverso il Servizio sanitario nazionale.
Come riporta anche il Fatto Quotidiano sono moltissime le persone, uomini e donne, che hanno deciso di diventare sterili per non dover ricorrere ai metodi più classici. Una decisione per non dover assumere ormoni o diminuire il piacere sessuale utilizzando il preservativo, come illustrato nelle esperienze riportate dalla rivista, ma anche per non incorrere in una gravidanza non desiderata. E se il Ssn pone il veto anche gli ambulatori privati sembrano restii nei confronti della pratica, se non effettuata per necessità mediche. Sono pochi i medici non obiettori in grado di operare in via definitiva, a fronte di un sistema che lavora per curare i problemi di fertilità e non per ostacolarli. La sterilizzazione avviene in anestesia totale, dura pochi minuti e la cifra è abbastanza abbordabile, circa mille euro.
In Italia non è molto diffusa ma nel resto del mondo è pratica comune e accettata, come riportano i dati raccolti dalle Nazioni Unite sulla contraccezione. In Canada quasi il 22 per cento ha scelto l'operazione, in Australia il 14%, negli Stati Uniti tra l'8 e l'11%, mentre nel Regno Unito l'11% seguito da Belgio con l'8.1%, Irlanda con il 7.3% e la Spagna con il 4.5%. L'Italia rimane ferma allo 0.1% come metodo per il controllo delle nascite, ma è difficile monitorare la percentuale vista l'impossibilità a tracciare le operazioni effettuate attraverso il privato.
L'intervento tendenzialmente non è reversibile ed è osteggiato da un vuoto legislativo importante, nel 1978 è stata depenalizzato con l'inserimento della legge 194 e fino a metà anni Ottanta la giurisprudenza l'ha inserito nel reato di lesioni gravissime in quanto produce perdite nella capacità di procreare (secondo l'art. 583 del codice penale) e diminuisce l'integrità fisica (art. 5, codice civile). Inoltre ricorrervi senza consultare il partner potrebbe far scattare una denuncia nei confronti del medico. Per questo motivo molti specialisti e centri privati hanno messo a punto un documento per il consenso informato, in grado di illustrare al paziente i rischi e i benefici della pratica e come tutela legale del medico stesso.
Anche la scelta da parte delle donne è in crescita, con 5852 casi solo nel 2017, e che comporta la chiusura e l'asportazione delle tube. Spesso con vincoli specifici determinati dall'Oms che consiglia la chiusura delle tube dopo il terzo cesareo per evitare che l'utero si rompa in caso di gravidanza, oppure con limiti legati all'età. Anche in questo caso viene fornita la documentazione per il consenso informato.
Nonostante ciò sono molti i casi di ripensamento maschile che si rivolgono al Servizio sanitario nazionale per effettuare un prelievo di spermatozoi con relativa fecondazione assistita, con costi che impattano sul Ssn stesso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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