Sempre meno persone tra quelle affette da alopecia ricorrono al trapianto di capelli, fino a pochi anni fa era considerato la soluzione principe al problema dell’alopecia androgenetica. Oggi prevale la consapevolezza che trapianto fa rima con estetica ma non con cura completa.
Il trapianto di capelli offre ottimi risultati estetici, ma non basta. Rinfoltire la chioma significa per molti risolvere un problema di carattere puramente estetico, ovvero coprire quelle zone in cui i capelli non crescono più. Per questo esiste il trapianto dei capelli, che soddisfa a pieno questa esigenza, al netto dei limiti di questa tecnica e posto che il trapianto venga eseguito al momento giusto. Di fatto però solo un numero esiguo di quanti soffrono di calvizie decide di optare per il trapianto di capelli (più correttamente detto autotrapianto, in quanto effettuato con capelli del paziente stesso), e questo perché la necessità è sempre più spesso quella di ottenere risultati durevoli, e di risolvere il problema alla radice. Come spiega il Dottor Mauro Conti, Direttore scientifico di HairClinic Italia , infatti, “La maggior parte dei pazienti sottoposti a trapianto di capelli apprezzano i risultati nei primi 2 - 3 anni, a volte anche meno, poi il paziente si rivede con un nuovo diradamento”.
Trapianto di capelli: impariamo a conoscerlo. L’autotrapianto di capelli consiste in un intervento di chirurgia vero e proprio, che prevede il prelievo di bulbi geneticamente protetti dal deidrotestosterone - DHT, causa principale dell’alopecia androgenetica - dalla nuca e dall’area temporale della testa del paziente. Tali bulbi vengono quindi innestati nella zona interessata dalla calvizie, rinfoltendola e ridonando così l’aspetto desiderato. Come spiega il Dottor Conti, “è molto importante valutare sia la tecnica utilizzata per eseguire l’intervento, sia il professionista che lo esegue. Esistono sostanzialmente 2 tecniche: una chiamata STRIP (FUSS) e un’altra chiamata FUE”.
La prima tecnica (STRIP) è assai invasiva, in quanto prevede l’uso del bisturi per l’asportazione di una porzione di cute dalla quale saranno prelevati i follicoli da trapiantare. Un intervento con un decorso post operatorio piuttosto lungo e doloroso, che lascia cicatrici ampie e decisamente antiestetiche, spiega Conti, che descrive poi la seconda tecnica (FUE) illustrando come l’autotrapianto di capelli venga eseguito in questo caso follicolo per follicolo, tramite un apposito strumento. Nessuna cicatrice visibile, questa volta, e un post intervento rapido e indolore. “Ancora meno invasiva è poi la tecnica atFUE, evoluzione della FUE classica - chiarisce Conti - che tuttavia richiede sempre e comunque di essere praticata da un’equipe di professionisti specializzati in micro chirurgia della calvizie”.
Il trapianto di capelli è una cosa seria. Insomma: il trapianto di capelli non è un gioco da ragazzi, e deve essere effettuato da specialisti del settore, professionisti che non operano interventi massivi, quindi in grado di gestire gli innesti in modo da non danneggiare la zona donatrice o la ricevente. Spiega Conti che “il numero massimo di innesti per singola seduta non dovrebbe superare i 4500UF. Circa il 60% dei pazienti che vediamo sottoposti a intervento a distanza di 1 - 2 anni dal trapianto presentano risultati approssimativi e zone donatrici compromesse per via del forte impatto che lascia un intervento massivo”. Senza contare, infine, che il trapianto non è per tutti, poiché in taluni casi l’assenza di una cura adeguata rischia comunque di compromettere il risultato finale, o perché alle volte le aree interessate dalla calvizie sono troppo estese e le zone donatrici troppo povere di follicoli da prelevare.
Trapianto di capelli i numeri sono in discesa. Nel 2015 solo 4000 italiani hanno eseguito un trapianto di capelli, se pensiamo che più dell’80% della popolazione maschile soffre di alopecia e nelle donne il 30% circa, 4000 interventi è un dato significativo che indica le nuove preferenze degli italiani. La scelta odierna della stragrande maggioranza di persone che soffrono di alopecia è quella di curare alla base la propria problematica cercando di evitare o procrastinare l’autotrapianto, una tendenza internazionale e non solo un sentiment italiano.
Quali alternative ci sono al trapianto di capelli? La storia insegna che il solo trapianto di capelli non può risolvere la calvizie, e Come sottolinea il Dottor Conti, “Il trapianto di capelli non può essere sostituito da altre tecniche ma un risultato duraturo si ottiene solo se si cura il problema alla base - cosa che l’autotrapianto di capelli non fa, ma è la condizione chiave per avere risultati più completi”. Esistono Protocolli di Medicina Rigenerativa Avanzata non chirurgici, non invasivi e che sono in grado di intervenire concretamente sulla calvizie di ogni singolo paziente. Un percorso di questo tipo è necessario per assicurare risultati non solo più belli esteticamente, ma anche e soprattutto più duraturi e naturali.
“La Medicina Rigenerativa esprime il suo massimo potenziale sul diradamento - situazione che riguarda il 93% dei nostri pazienti - ma è considerata la base su tutti i gradi di calvizie”, conclude Conti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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