
«Dirsi progressisti significa esserlo, farlo, significa essere conseguenti. Qua c'è da combattere una battaglia importante, garantire servizi adeguati, con sufficienti aree di verde pubblico, ed è fondamentale se vuoi dichiararti progressista. Significa combattere il consumo di suolo. Questa è un'occasione fondamentale per dire che questo strumento normativo non è compatibile con le forze progressiste». queste le parole di Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, intervenendo alla tavola rotonda sul Salva Milano ieri mattina. «Tutto questo non è accettabile, il re è nudo» e il provvedimento «è stato fatto per coprire ciò che è avvenuto a Milano. Noi dobbiamo contrastare tutto questo» .
È slittato dal 5 al 12 marzo il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge Salva MIlano approdato alla Commissione Ambiente del Senato: uno slittamento che tradisce il mal di pancia all'interno del centrosinistra, ma anche della maggiranza. Il Pd in prima fila ha annunciato una serie di emenamenti che, se approvati, renderanno necessario un terzo passaggio parlamentare alla Camera. Per il momento solo Italia Viva ha annunciato l'intenzione di non presentare emendamenti per agevolare una rapida approvazione del ddl. Così la Cgil chiede con la segretaria Daniela Barbaresi «alle forze politiche di presentare entro il 12 marzo emendamenti che consentano una modifica radicale del suo impianto». Il malcontento rimbalza da Roma a MIlano: ieri è stata lanciata dai comitati civici e ambientalisti milanesi una petizione su change.org per chiedere le dimissioni dell'assessore al Verde del Comune Elena Grandi (europa Verde). Il motivo? Non essersi mai pronunciata contro il ddl. «Un atteggiamento politico del tutto contrario al suo stesso partito - scrivono in un alettera aperta a Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni - che, insieme ai 5 Stelle, ha invece preso una posizione netta contro il Salva Milano, votando contro alla Camera. Abbiamo purtroppo notato come nei suoi tre anni di permanenza in Giunta l'Assessora Grandi si sia completamente appiattita sulle scelte urbanistiche imposte dal sindaco Sala - dicono -. Di fatto questo silenzio rende Elena Grandi complice della più devastante speculazione edilizia dagli anni '60, ignorando valori come tutela del suolo, del verde, della salute e dell'ambiente urbano.
Per i suddetti motivi sarebbe opportuno che Elena Grandi uscisse dalla Giunta milanese poiché da tempo non è più portavoce dei principi-cardine di Europa Verde. Non si può costruire una #VisioneComune come avete chiamato la prima conferenza nazionale di AlleanzaVerdiSinistra - semplicemente tenendo insieme tutto e il suo contrario» concludono.
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