«Al Senato non stiamo chiedendo un salvacondotto ma un parere, che è importante per il passato e per il presente. Quello che garantiamo per il futuro è che non siamo sordi ai richiami che ci sono stati fatti in questo periodo, tanto è vero che abbiamo avviato i lavori per il nuovo Pgt che non potrà non tenere conto di tutto quello che sta succedendo». É il messaggio che lancerà oggi il sindaco Beppe Sala in apertura della Commissione Ambiente del Senato agli indecisi - sopratutto nel Pd - per convincerli a votare la norma «Salva Milano». Possibilmente in fretta e senza modifiche che costringerebbero a riportare il testo alla Camera e allungherebbero i tempi tenendo ancora paralizzata l'urbanistica cittadina dopo la dozzina di inchieste già aperte dalla Procura per presunti abusi edilizi e 150 dossier che a cascata sono rimasti congelati in Comune (e nel 2024 la giunta ha già perso 165 milioni in oneri di urbanizzazione). Non a caso dopo di lui prenderanno la parola anche la presidente di Assimpredil-Ance Milano Regina De Albertis (nella foto), la presidente nazionale di Ance Federica Brancaccio e un esponente di Confedilizia. La seduta è convocata alle 14.30, sia Sala che De Albertis interverranno in videocollegamento. Il presidente della Commissione Claudio Fazzone (Fi) ha in programma varie sessioni per sentire una quarantina di docenti e tecnici (pro e contro) nelle prossime settimane. Il sindaco, come ha anticipato ieri, spiegherà «come ha agito Milano», sveltendo l'avvio di progetti di sviluppo tramite Scia (permesso a costruire) «e perchè abbiamo fatto così per 13 anni. Non posso e non voglio condizionare le decisioni del Senato, semmai l'unico richiamo è che vorremmo avere un po' contezza dei tempi, cosa che fino ad oggi non è stata possibile». Aggiunge che gli «rincresce proprio emotivamente vedere che due persone che lavoravano con me anche 15 anni fa», quand'era dg in Comune con il sindaco Moratti, «e sono ormai in pensione, rinviati a giudizio perchè la loro colpa è di aver applicato le regole», almeno quelle fissate dalle giunte Pisapia prima e Sala poi. Sala si riferisce al primo rinvio a giudizio scattato una settimana fa, con 8 indagati tra funzionari (i due citati già in pensione), costruttori e progettisti accusati a vario titolo di abuso edilizio e lottizzazione abusiva per il progetto «Torre Milano» di via Stresa, alla Maggiolina. Un palazzo di 84 metri di altezza per 24 piani.
M5S e Verdi e Sinistra hanno votato no alla Camera, Sala dovrà fare pressing sugli ambientalisti Pd che ora sollevano dubbi sugli effetti nel restod del Paese.
E se Lega e Forza Italia sostengono in maniera ferma il decreto, il presidente FdI del Senato Ignazio La Russa ha agitato le acque sostenendo che «più che un salva Milano sembra un salva Sala». Sullo sblocco della norma Sala avrebbe minacciato le dimissioni ad Elly Schlein.
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