La multa a chi mangia il panino bivaccando intorno a un monumento è di destra o di sinistra? Grave dilemma agostano. Che fa il paio con gli altri problemi mai risolti dai tempi in cui Giorgio Gaber si chiedeva se la mortadella era di sinistra e il culatello di destra, i blue-jeans di sinistra e la giacca di destra, il bagno nella vasca di destra e la doccia di sinistra. I divieti anti bivacco varati dal sindaco leghista di Verona Flavio Tosi rischiano di riaprire un dibattito inutile e da chiudere in partenza. Si capisce che non ha alcun senso in questo caso parlare di «norma figlia di un rigurgito di puritanesimo in salsa leghista», come ha fatto chi stigmatizza liniziativa del sindaco e inneggia a una protesta nel nome del «panino democratico».
Qui il discorso non è ideologico ma di decoro e vivibilità delle città. Che come abbiamo ampiamente visto non è prerogativa delle amministrazioni di destra. Tanto che il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, uomo di sinistra e già polemico in campagna elettorale con Tosi e la Lega, concorda con il provvedimento e ricorda che dal primo giugno sei hostess vigilano per conto del Comune sul decoro di Piazza San Marco. Niente panini, niente picnic improvvisati, minibivacchi, turisti a torso nudo. Le hostess invitano gentilmente i maleducati ad allontanarsi e chi sgarra paga 50 euro di multa. Forse Cacciari è diventato di destra?
Anche il sindaco di Padova Flavio Zanonato, formazione Pci doc con incarichi nazionali a Botteghe Oscure, ha fatto rimuovere le panchine dove bivaccavano gli spacciatori (stesso provvedimento adottato tra le polemiche dallo sceriffo leghista Gentilini a Treviso) e recentemente alla festa dellUnità di Chiesanuova, insieme con Sergio Cofferati ha ribadito che la legalità è un valore da far rispettare e non una contesa ideologica tra destra e sinistra. A chi lo accusava di voler così colpire gli extracomunitari ha risposto tagliando corto: «Noi vogliamo integrare gli immigrati che lavorano onestamente e colpire chi delinque, spaccia droga e sfrutta la prostituzione. Italiano o straniero che sia, la legge è uguale per tutti. E non predico razzismo».
E Cofferati? Ricorderete le polemiche quando il sindaco di Bologna ha sgomberato i nomadi sul lungo Reno e quando ha vietato la vendita di alcolici dopo la mezzanotte per mettere fine ai bivacchi notturni e regalare ai bolognesi notti tranquille. Lo definirono «lo sceriffo di Nottingham» e lui commentò: «Se è questa la mia colpa, ne sono lusingato».
La sinistra che non strizza locchio ai movimenti e agli antagonisti, ha capito che di fronte ai problemi di ordine e sicurezza, così come al decoro, i cittadini chiedono agli amministratori e ai governanti iniziative concrete, a tutela della loro qualità della vita e della legalità. E in questo caso anche la tutela del patrimonio artistico. Il turista viene in Italia perché è bella, per larte e per i monumenti. Se Piazza San Marco diventa la succursale di McDonald, il Duomo di Firenze la sede distaccata dei centri sociali e dei punkabbestia, lArena di Verona una birreria, il danno è per tutti.
Come direbbe una vecchia zia o la signora mia di Arbasino, il grave è che sia necessario mettere questi divieti. La buona educazione, il rispetto per gli altri, per lambiente e per i monumenti non è nel Dna degli italiani e neppure degli stranieri. Lanomalia non è il divieto, è casomai che Cacciari sia costretto a dire: «È ora di finirla con i turisti che scambiano Venezia con una spiaggia». Arbasino chioserebbe: andreste a cena da Tizio in canottiera, brache corte e ciabatte da spiaggia? Evidentemente no. Ma vi arrabbiate se un sindaco vi proibisce di farlo sul sagrato di una chiesa che è tra i patrimoni dellUnesco.
Le truppe ciabattate si mettano almeno le scarpe.
Caterina Soffici
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