San Gottardo, è scontro sulle fioriere

San Gottardo, è scontro sulle fioriere

«Le sorprese non finiscono mai: le fioriere collocate a San Gottardo, volute dal civ Gottardino, sono costate la bellezza di 350 euro l'una!» Lo dichiarano Domenico Morabito, capogruppo An del IV Municipio della Valbisagno e Riccardo Fucile, ex consigliere comunale nonché direttore di «Destra di popolo» (circolo genovese di cultura e politica) i quali, al termine di una meticolosa ricerca e con tanto di documenti alla mano, fanno i conti in tasca a Palazzo Tursi. La notizia del malumore dei commercianti e abitanti della zona, circa il posizionamento e la qualità delle fioriere, riportate qualche tempo fa dal Tabloid della Valbisagno (periodico della vallata) e inserita su www.destradipopolo.it, è rimbalzata di sito in sito e dopo innumerevoli web-discussioni, ha innescato una caccia al colpevole che Morabito e Fucile hanno deciso di condurre fino in fondo. Colei che ha dato il «la» a questa vicenda, secondo Fucile è Emanuela Cappello, neo assessore alla Provincia con delega al territorio e difesa del suolo provinciale: «Sì - conferma lo stesso - l'assessore ha cominciato ad autorizzarci qualche sospetto quando ha dichiarato che il Civ, del quale lei è tutt'ora presidente, non aveva espresso preferenza di alcun tipo sulle fioriere, in quanto soggetto non competente, specificando inoltre che fu indetta una gara di appalto pubblica a prezzo più basso dal Comune». Parole che, stando ai documenti prodotti, verrebbero smentite. «Infatti - continua Fucile - nella Determinazione Dirigenziale n° 2007/118.10/00039 del 12 luglio scorso si legge che il progetto fu approvato con tutte le richieste fatte dal Civ e questo vuol dire che non possiamo credere all'assessore». Ma le accuse sulla mala gestione non finiscono qua. Fucile punta il dito anche sulle modalità della trattativa: «Ma quale appalto pubblico è stata fatta una trattativa privata poco chiara: a quella gara parteciparono 5 aziende sparse sul territorio italiano ma a vincere l'appalto, stranamente, fu quella di una ditta di Brescia che proponeva prezzi stracciatissimi. Un'offerta giunta per ultima, datata 29 marzo e stranamente protocollata all'ultimo momento».
Bene, verrebbe da pensare, fu scelta quella più conveniente. Ma sfogliando altri documenti, Fucile dimostra il contrario: «I prezzi bassi e irrisori offerti dalla ditta che si aggiudicò l'appalto, non erano altro che un modo per aggirare l'ostacolo. Infatti - conclude seccato Fucile - qualcuno decise di aumentare il numero delle fioriere da acquistare ma, peggio ancora, di comprare quelle più costose, articoli mai citati nella lettera di offerta». Poi nasce il problema di riempire le fioriere di terra e abbellirle con piante. «Un problema ancora mal gestito - secondo Morabito -. La commissione affidò ad Aster il compito e pagò la bellezza di 12.976,50 euro, pari a 168,52 euro a fioriera, per mettere un po' di terra e qualche piantina... prezzi da monopolio Aster». Emanuela Cappello, l’assessore e presidente Civ, ribatte: «Non è vero che il Civ abbia avuto potere decisionale in merito - risponde - abbiamo avanzato alcune richieste come per esempio la pista ciclabile, illuminazione fotovolcaica e fioriere costruite con materiale riciclato, ma abbiamo ottenuto solo l'ultima». Cioè, proprio le fioriere.

Per ciò che riguarda la modalità d'appalto, secondo la Cappello tutto si è svolto alla luce del sole e sulla fornitura di Aster per il terriccio e fiori (circa 170 euro a fioriera), l'assessore taglia corto: «Il prezzo corrisponde a quello contenuto nell'offerta della ditta che ha vinto l'appalto. Per ciò che riguarda i prezzi dell'Aster, non è certo una novità che sono di gran lunga superiori a quelli delle aziende private».

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