Matteo Sacchi
L'antica capitale imperiale russa, la splendida San Pietroburgo potrebbe non essere più la stessa. Rischia di essere «deturpata» da un grattacielo alto quasi 400 metri.
Per evitarlo, gli abitanti hanno deciso di scendere in piazza contro la costruzione di questa torre che stravolgerebbe lo skyline della città. Ieri Oltre tremila persone hanno manifestato per le vie del centro contro la Gazprom, multinazionale dell'energia che ha progettato la costruzione di questa struttura iper moderna che poco c'entra con le forme classicheggianti della città voluta da Pietro il Grande.
Fondandola, nel 1703, lo Zar chiamò a corte, per costruire la sua «Venezia del nord», architetti italiani come Francesco Bartolomeo Rastrelli, Carlo Rossi e Giacomo Quarenghi. Il risultato fu così strabiliante, anche se costoso in termini di vite umane (morirono moltissimi operai) che la città è oggi meta di milioni di turisti da tutto il mondo e San Pietroburgo è stata inserita tra i patrimoni dell'umanità.
Ecco perché contro la costruzione del grattacielo sono intervenute anche le Nazioni Unite, minacciando la cancellazione della città dalla lista stilata dall'Unesco.
Un «niet» era arrivato nei giorni scorsi è arrivato persino dal ministro della Cultura russo, Alexander Avdeyev: «La nostra opinione è negativa», aveva affermato, «siamo contrari alla costruzione di una torre come questa».
Nonostante le forti critiche, però la società energetica e l'amministrazione di San Pietroburgo intendono andare avanti, sostenuti da quanti sono convinti che con la presenza della Gazprom darà un impulso all'economia della città.
Non vogliono rinunciare al gigante di cristallo e vogliono che sia posizionato nelle vicinanze della cattedrale Smolny, spesso citata come una delle chiese più belle della città, che rischia di essere schiacciata da questo gigantesco prisma le cui facciate dovrebbero cambiare colore in base alla luce del sole.
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