Rangoon - Ancora undici giorni di attesa per Aung San Suu Kyi. Il regime birmano se la prende comoda. Il tribunale speciale che la deve giudicare ha rinviato la sentenza all’11 agosto. Il verdetto era atteso per oggi e nell’imminenza della sentenza che alla fine non c’è stata, le autorità birmane avevano rafforzato la presenza della polizia nelle vicinanze el carcere di Rangoon e chiesto la chiusura dei negozi nella zona.
Nuovi arresti Secondo fonti della Lega Nazionale per la Democrazia, il partito della Premio Nobel per la Pace, nella notte sono stati arrestati varie decine di attivisti in diversi quartieri di Rangoon, l’antica capitale birmana.
Le accuse La Nobel per la pace, che ha trascorso 14 degli ultimi 20 anni privata della libertà, è accusata di aver violato le condizioni degli arresti domiciliari, a cui era sottoposta dal 2003, per aver permesso a un cittadino statunitense di pernottare per due notti nella sua abitazione.
Cosa rischia Se fosse condannata rischia una pena massima di cinque anni di prigione, il che le impedirebbe di partecipare alle elezioni che il regime birmano vuole celebrare nel 2010, e che per l’opposizione sono solo una farsa.
Niente elezioni dal 1990 In Birmania, dove una dittatura militare
governa con il pugno di ferro dal 1962, non si svolge un processo elettorale democratico dal 1990, quando il partito di San Suu Kyi ottenne una clamorosa vittoria, ma il risultato non fu mai riconosciuto dai generali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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