"Sandokan" torna in tv, i (vecchi) fan si indignano

La nuova versione dello "sceneggiato" è attesa su Raiuno. Con Can Yaman al posto di Kabir Bedi

"Sandokan" torna in tv, i (vecchi) fan si indignano
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È bastata la notizia dell'arrivo, sul piccolo schermo, di una nuova versione di Sandokan per scatenare i nostalgici del «ma che ne sanno i giovani d'oggi». Del resto, è sufficiente fare un giro su Facebook, il social preferito dai nostalgici sessantenni dove declamare la nostalgia canaglia degli anni '70-80, per leggere commenti negativi alla notizia; per non dire, indignati. Per loro, i nostalgici di cui sopra, di Sandokan ne esiste uno solo. Il teleromanzo targato Sergio Sollima. Punto. Quello che Nicoletta Orsomando annunciò, a sorpresa, per la prima volta, la sera del 6 gennaio 1976. Venne trasmesso, fuori programma, al posto di Canzonissima, tanto che nemmeno il Radiocorriere Tv lo aveva inserito nei palinsesti del giorno. Rigorosamente in bianco e nero e contro il parere dello stesso Sollima, che lottò con la Rai per farlo slittare, così da poterlo trasmettere, poi, a colori, visto che era stato girato così. Poco male, perché fu subito innamoramento a prima vista con i telespettatori italiani.

In tanti possono dire «io me lo ricordo», considerando che furono ben 27 i milioni, di ogni estrazione sociale, che rimasero incollati, per sei puntate, alle vicende dell'eroe salgariano. E che, in quei giorni, canticchiavano, a scuola, sui mezzi pubblici, al lavoro «Sandokan Sandokan giallo il sole la forza mi dà», made in Oliver Onions, ovvero i fratelli Guido e Maurizio De Angelis, che grazie a quella sigla raggiunsero la vetta dei dischi più venduti in Italia. Con tanto di primo fenomeno di merchandising, mai visto nel nostro Paese, tra figurine, libri, giocattoli, diari, tutti dedicati a Sandokan.

Consacrando allo status di divi, l'allora semi-sconosciuto Kabir Bedi, presentatosi ai provini per la parte di Tremal-Naik, che, nei panni della Tigre della Malesia, fece innamorare tante spettatrici. I maschi, invece, ammiravano la pur acerba, per il ruolo, Carole André, nel ruolo di quella Marianna che i produttori volevano affidare ad una attrice italiana. La forza di quella serie era dovuta anche ai personaggi cosiddetti secondari, come lo Yanez cui dava volto il recentemente scomparso Philippe Leroy, il James Brooke interpretato da Adolfo Celi o il William Fitzgerald impersonato da Andrea Giordana.

E pensare che Sollima non fu la prima scelta. Si era pensato anche a Sergio Leone, prima di affidargli la regia. Scelta giusta. Sollima, non a caso, era un altro dei più famosi autori del genere spaghetti western, ma declinato in chiave politica, schiacciando l'occhio alle lotte terzomondiste. Perfetto, insomma, per esaltare le doti dell'eroe salgariano che combatteva l'ordine precostituito, portavoce della lotta contro l'imperialismo. Del resto, la Sarfatti, nel 1928, aveva scritto, sul Popolo d'Italia, un articolo nel quale definiva i libri di Salgari «di spirito profondamente antifascista perché esaltano la rivolta, l'indisciplina e la disobbedienza alle autorità legalmente costituite della società e dello Stato». Eppure, pur essendo nel 1976, nel pieno, cioè, degli Anni di Piombo, ovvero lotta armata e a un passo dalla guerra civile, gli intellettuali di sinistra, sempre col ditino puntato, non ne capirono la portata «politica» liquidando il tutto come una «operazione culturale sciocca e inutile di riesumare in televisione romanzi ridicoli».

Non così, dopo. L'ottimo Alberto Crespi, per dire, ha scritto che «Il Sandokan televisivo è un grande sceneggiato partigiano». E c'è chi lo ha addirittura trasformato in una sorta di «SandoMarx», come lo scrittore Paco Ignacio Taibo II che, nel 2011, ha pubblicato Ritornano le tigri della Malesia (più antimperialiste che mai). Autore che si è definito «antimperialista sandokaniano più che leninista. Lenin arriva dopo». Leggendo il libro, verrebbe da parafrasare Marx e Engels e la prefazione del Manifesto del Partito Comunista: «Uno spettro s'aggira a Mompracem - lo spettro di Sandokan».

Ora che le elezioni europee hanno sancito che l'Ue ha virato a destra, chissà se il nuovo Sandokan si ergerà ancora a paladino della Sinistra. Intanto, ci sarà una sfida più grande da vincere. Quella dell'attore e modello turco Can Yaman che dovrà far dimenticare un mito come Kabir Bedi, mentre Alessandro Preziosi darà il volto a Yanez.

Cast che comprende anche Alanah Bloor la nuova Marianna, Ed Westwick che interpreta Lord James Brooke, oltre a John Hannah. Dirigeranno Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo. Il nuovo Sandokan andrà in onda prossimamente su Rai 1 e poi distribuito in tutto il mondo. «Sale e scende la marea...»

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