Milano - Ogni cittadino italiano ha a disposizione 447 euro in meno (-20%) per la cura della propria salute rispetto alla media degli altri europei. Questo è uno dei dati più preoccupanti emersi dal Rapporto Meridiano Sanità, presentato da The European House-Ambrosetti, a Cernobbio. A questo si aggiunge la grande disparità esistente tuttora tra le varie Regioni italiane in termini di prevenzione delle patologie, accesso alle terapie innovative, gestione e controllo della spesa ospedaliera. E’ il quadro di un’Italia che va a più velocità, quella fotografata dal Rapporto Meridiano Sanità, che ha messo sotto la lente di ingrandimento una serie di importanti temi.
I programmi di prevenzione differiscono tra Regione e Regione. In campo oncologico, per esempio, i programmi di prevenzione (screening del tumore alla mammella e al colon-retto) non sempre raggiungono i livelli di efficacia accettabili. La disomogeneità è marcata anche nel campo delle vaccinazioni, con conseguenze evidenti su mortalità e morbilità. Accesso alle terapie. Le Regioni introducono con tempi diversi, e spesso con forti ritardi, i farmaci ospedalieri. Per esempio, per un farmaco oncologico si può andare da un minimo di due mesi a un massimo di sedici mesi dall’approvazione nazionale. In proposito, è importante notare che l’introduzione di nuovi metodi di valutazione delle tecnologie sanitarie (Health Technology Assessment), diversi da regione a regione, se non appropriatamente utilizzati, potrebbe determinare ulteriori diseguaglianze nell’accesso alle cure. Gestione e controllo della spesa ospedaliera. Non in tutte le Regioni sono stati introdotti gli adeguati controlli dei bilanci delle aziende sanitarie e, in particolare, della spesa ospedaliera, che consentano di confrontare i risultati economici delle stesse.
Il Rapporto affronta, infine, il tema della sostenibilità del sistema sanitario, rilevando che la sanità rappresenta il 26,1% della spesa complessiva sociale, contro il 65,9% della voce
previdenza. La spesa sanitaria pubblica ha rappresentato nel 2008 il 6,8% del Pil contro la media Ocse dell’8,9%. La sua principale componente è rappresentata dalla spesa ospedaliera, che assorbe il 52,6% delle risorse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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