"Sanremo sarà il Festival degli influencer. A me non chiamano neppure in gara"

Con due show da 70mila persone inaugurerà la nuova "Rcf Arena" la più grande d'Europa. "I rapper bravi all'inizio, ma cedono subito al pop"

"Sanremo sarà il Festival degli influencer. A me non chiamano neppure in gara"

Reggio Emilia. La forza di Zucchero è di non essere politicamente corretto, neanche un po': «Io ospite a Sanremo? Ma se non mi vogliono neanche in gara». Avvolto da uno splendido chiodo giallo, parla a due passi dalla Rcf Arena, che è l'arena più grande in Europa con posti a sedere (35mila). La inaugurerà il 9 e 10 giugno con settantamila persone in totale e sarà un concerto a modo suo, cioè con una signora band e un repertorio che ha pochi rivali. Prima forse uscirà un singolo «tra gennaio e marzo, magari mi inventerò qualcosa di strano».

Perciò sarebbe stato ideale presentarlo al Festival di Sanremo.

«Sarà un Sanremo all'insegna degli influencer, quindi mi lasciano a casa».

Quarant'anni fa la sua prima partecipazione.

«Prima di andarci mi portarono a suonare a Ceppaloni da Mastella con Christian e i Ricchi e Poveri. E poi, dopo il Festival, iniziai il tour e pensavo di avercela fatta... Alla prima data avevo due spettacoli, uno al pomeriggio e uno alla sera».

Com'è andata?

«Al pomeriggio c'era un solo spettatore, che mi ha chiesto dieci volte la stessa canzone. Al secondo anche. Allora il proprietario del locale voleva che me ne andassi, ma io sono testardo e, professionalmente, ho suonato di nuovo per la stessa persona. Che mi ha chiesto la stessa canzone».

In quel periodo intervistarono suo padre mentre lavorava nei campi.

«Gli chiesero se gli piacesse la mia musica e lui rispose: no, preferisco il valzer o la mazurca. Noi Fornaciari siamo così...» (sorride - ndr)

Ha appena finito un tour in America.

«Il mio calendario è sempre aperto».

Ora ci sono quasi debuttanti che suonano negli stadi.

«Il pubblico è cambiato, è diventato più basico. Prima allo stadio si andava per Bob Marley o gli U2, neppure i Genesis potevano andarci. Oggi ci si va per vedere il ragazzotto cool del momento».

Anche la maggioranza politica è cambiata.

«Le abbiamo provate tutte, proviamo anche Meloni. Non so quanto durerà, anche se i primi segnali non sono stati incoraggianti. Dopo la legge sui rave, mi sono detto: Ma adesso non si potranno neanche più fare le feste dell'Unità?». (sorride - ndr)

Oggi la musica è meno impegnata di prima?

«Di certo ai tempi di Guccini o anche quando io ero giovane forse qualcuno avrebbe protestato. Oggi invece nessuno ha più voglia di fare rivoluzione politiche. E io stesso sono disilluso».

Si diceva che il rock avrebbe cambiato il mondo.

«Quando ho sentito i primi rapper, ho detto finalmente c'è qualcuno che va un po' contro proprio nel momento in cui il rock non ha più testi forti. Poi però quasi tutti i rapper diventano pop e allora non mi piacciono più».

Il ministro della Cultura Sangiuliano ha nominato Beatrice Venezi come consulente per la musica.

«Io avrei cercato anche qualcuno che si occupasse anche dell'altra musica, quella leggera, non solo di quella classica».

Morgan?

«È uno preparato. Ma è anche molto umorale.

In ogni caso, nella mia esperienza, non ho mai incontrato un grande musicista virtuoso capace di comporre canzoni che arrivino al cuore. I Beatles, come dicevano anche loro, erano pessimi musicisti. Gli U2 come musicisti sono mediocri e lo dico da totale ammiratore del loro repertorio perciò adesso non scrivete che io attacco gli U2, eh».

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