Il momento è difficile, i tagli, dice il sovrintendente Bruno Cagli, sono paurosi, il governo punisce i virtuosi ma il pubblico risponde sempre all'appello. Con questi presupposti il primo a festeggiare è il «richiestissimo» direttore musicale Antonio Pappano che presenta una stagione sinfonica (si parte sabato sera con il Guglielmo Tell di Rossini) all'insegna del repertorio da grande orchestra, suo antico pallino. Si va dall'atteso ciclo mahleriano (che condividerà con quella furia di Gergiev e con il più misurato Andris Nelson) ai grandi affreschi russi come il maestoso Alexander Nevskij di Prokofiev diretto da Vasily Petrenko (dal 15 gennaio). Poi le «solite» star del pianoforte come Pollini che si misura con il clavicembalo ben temperato di Bach e Lang Lang che interpreta il primo concerto per piano di Chopin. In mezzo la parentesi populista di Sting che il 10 novembre porta all'auditorium romano il suo Symphonicity tour. Da segnalare a dicembre il giovanotto terribile Diego Matheuz che si cimenta con la prima sinfonia di Rachmaninoff e il celebre terzo concerto per pianoforte e orchestra. Quanto a Pappano, c'è poco da dire: è lui che ha portato l'orchestra romana a primeggiare nel mondo (ormai è considerata tra le prime otto) e a raggiungere un suono che rende così bene su disco.
E l'esempio dello Stabat Mater di Rossini (in uscita per la Emi il 19 ottobre) ne è esempio calzante. Suono dolce e vigoroso. Pappano interpreterà il magnifico Requiem tedesco di Brahms ad aprile e a Natale l'immancabile Schiaccianoci, oltre all'opera Vuoto d'Anima piena dell'accademico Ennio Morricone. Buon ascolto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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