Sarkozy contro la "generazione sofà": vi diamo sussidi solo se fate lavori sociali

Parigi ha preparato una riforma che obbligherà disoccupati e senza reddito a cinque ore di attività settimanali per ottenere gli aiuti di Stato. Stranieri inclusi: dovranno dimostrare di aver lavorato in Francia per almeno cinque anni. L'obiettivo: diminuire la spesa pubblica. L'idea sarebbe appoggiata dal 70% dei francesi

Sarkozy contro la "generazione sofà":  
vi diamo sussidi solo se fate lavori sociali

L’idea è semplice e piace a molti francesi. Fissare dei limiti all’erogazione dei sussidi di solidarietà, come proposto dal ministro per gli Affari europei, Laurent Wauquiez, bollato come «irresponsabile» dai socialisti. L'idea ci ha messo un po’ a decollare. Ma quando il Magazine del quotidiano Le Figaro ha pubblicato un’inchiesta sul tema dell’assistenzialismo, la Francia è tornata a interrogarsi. E, naturalmente, il partito del presidente.
Wauquiez ha già convinto Sarkozy, deciso a utilizzare l’argomento in campagna elettorale. Di che si tratta? Come ha dichiarato il portavoce del partito socialista, «l'idea di Wauquiez è dire che quelli che sono in povertà lo sono perché lo vogliono?».

O invece c’è all’orizzonte una riforma seria, che distinguerà caso per caso, razionalizzando le risorse per la solidarietà? In un’intervista radiofonica, Wauquiez ha annunciato l’imminente progetto di legge che fisserà dei limiti all’erogazione dei sussidi, in particolare per gli stranieri: anziché usufruire in modo quasi automatico del sussidio, dovranno dimostrare di aver lavorato in Francia per almeno cinque anni. Soprattutto - è questa la proposta che fa rabbrividire i socialisti - il ministro ha chiesto una modifica legislativa che introduca, per i beneficiari, l’obbligo di lavori socialmente utili a cui dedicare cinque ore settimanali. «Insieme ai diritti ci sono anche dei doveri», ha spiegato. L’Ump lo ha seguito sul sentiero di riforma e il 9 giugno il partito ha proposto di istituire una sorta di «Fbi» contro la frode sociale.

Non confondere la solidarietà con l’assistenzialismo è anche la linea dell’Eliseo. La riflessione fu evocata da Sarkozy già nel 2007. Oggi torna in auge in funzione delle presidenziali 2012. Riveduta e corretta. Dopo aver letto alcuni sondaggi «personali», Sarkò ha infatti scelto il tema del sociale per la campagna. Rilevazioni non ufficiali sostengono che la proposta di Wauquiez sarebbe condivisa da quasi il 70 per cento dei francesi, almeno in linea di principio. Tre settimane fa, il Magazine del Figaro ritraeva la cosiddetta Francia degli assistiti. In copertina campeggiava un uomo cullato da una bandiera francese sottoforma di amaca, mentre all’interno si spiegava che il mondo di molti disoccupati che beneficiano degli aiuti si riassume in un grande divano di fronte a un enorme schermo piatto che fa le fusa costantemente per riempire la loro solitudine.
La tesi di Wauquiez, il rivoluzionario della destra sociale francese, non convince tutti dentro l’Ump. Il premier Fillon l'ha definita un errore di formulazione, ma la maggioranza del centrodestra di marca sarkozista sembra d’accordo sulle radicali modifiche al cosiddetto Reddito di solidarietà attiva: in una fase in cui le casse dello Stato non possono permettersi di spendere, ha spiegato il segretario generale Ump, Jean-François Copé, la solidarietà non può più trasformarsi in assistenzialismo ed elemosina. Bisogna modificare la legge. In Francia circa 1,15 milioni di persone ricevono l’Rsa, 450 euro al mese versate a chi è disoccupato e senza reddito. Questi soggetti hanno l’obbligo di cercarsi un lavoro. Dopo due offerte di occupazione rifiutate consecutivamente, vengono espulsi dalla lista dei beneficiari.

La generazione che vive all’ombra dell’assistenzialismo trema. Sarkozy è d’accordo sulla revisione del cosiddetto Rsa. Ne ha parlato a maggio e pian piano l’Ump sta convergendo in modo quasi unanime sul principio del «dare-avere». Sussidi in cambio di lavori socialmente utili presso gli enti locali. L’unica voce fortemente critica nel governo è quella del ministro delle Politiche sociali, Roselyne Bachelot, che ha evocato «difficoltà di principio e di messa in atto» di un simile meccanismo, condividendo però la necessità di elaborare «piste di miglioramento» al Rsa.

La politica dei sussidi come la conoscono oggi i francesi è stata introdotta dal primo governo Fillon nel 2007. Il premier si oppone a una modifica così netta, quantomeno per non fare la figura del burattino.

Quel provvedimento gli fu infatti suggerito da Sarkozy per recuperare consensi nelle periferie. Ma oggi il governo perde voti nelle classi medio alte. E per Sarkò è più conveniente ricalibrare gli aiuti ai disoccupati, ripensando l’agenda in funzione delle presidenziali 2012.

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