Saviano guru a Zuccotti Park (ma solo per Repubblica)

L'America snobba Gomorra: il viaggio dello scrittore è stato ignorato da media americani. Invece per quelli italiani è un evento

Saviano guru a Zuccotti Park (ma solo per Repubblica)

La scorribanda americana di Roberto Saviano elettrizza la stampa italiana ma lascia indifferente quella newyorkese. Nemmeno un trafiletto tra le brevi di cronaca: basta perdere qualche minuto sui siti del New York Times, del New York Post, del Daily News e del Wall Street Journal per avere il brivido del nulla assoluto. Nessun riferimento alle prove tecniche di Saviano da leader internazionale della protesta, a meno che non fosse davvero ben nascosto. Insomma, una non notizia.
Certo, un po’ deve essere la stanchezza della stampa locale per l’eterno campeggio degli indignati a Zuccotti Park, che continuano a protestare di giorno nel giardino a due passi da Wall Street dopo che la polizia ha sgomberato il bivacco notturno qualche giorno fa. Ma molto è che nella Grande Mela di quel ragazzo pelato e un po’ spiritato con il giubbotto arancione, il cui libro, negli States ribattezzato Gomorrah, non ha mai scalato le classifiche di vendita, interessa davvero poco. Così come interessano poco i suoi sermoni sulla situazione politica italiana, sempre monocraticamente imperniati su Silvio Berlusconi anche ora che quest’ultimo non è più presidente del consiglio.
Così il blitz con scorta al seguito dello scrittore napoletano in America è diventato un evento mediatico soltanto in Italia, dove i suoi corifei hanno sempre una pagina pronta. Corrispondenti e inviati a New York hanno seguito per filo e per segno il piccolo comizio di Saviano, al quale la pratica del microfono umano - l’abitudine nata dalla mancanza di amplificazione a Zuccotti Park di ripetere in coro gli interventi dello speaker di turno, che fa delle pause strategiche nel suo speech - ha donato un ipnotico andamento salmodiante da messa laica con il quale perfino in Italia nessuno aveva mai pensato di abbigliare i discorsi televisivi dello scrittore anticamorra. Nessuno tra i giornalisti italiani presenti all’evento ha potuto onestamente raccontare di folle oceaniche giunte ad ascoltare il profeta italiano che narra delle mafie. Anzi, qualcuno ha ammesso pure che tra addobbatori di alberi natalizi e jogger del sabato in quel fazzoletto di erba molto calpestata c’erano soprattutto turisti italiani curiosi. Eppure Repubblica, per cui Saviano è un santo laico, non ha saputo resistere all’iperbole: «Saviano strega Occupy Wall Street», azzarda nell’edizione cartacea di ieri il quotidiano di largo Fochetti. E sul sito gioca anche sull’equilibrismo giornalistico, ai limiti della patacca: in un video di 2’05” l’audio del discorso newyorchese di Saviano viene infatti accompagnato da una serie di fermi immagine. All’inizio e alla fine c’è Saviano effettivamente a Zuccotti Park. In mezzo tanti scatti degli ultimi due mesi di protesta, alcuni dei quali mostrano folle oceaniche.

Qualche anima bella può così pensare che fossero lì per lo scrittore di Gomorra. Ma purtroppo per i savianologi, l’unica cosa che gli States hanno aggiunto al mito dello scrittore campano è un’acca al titolo del suo libro più noto.

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