Il sax di Joshua Redman Ultima sera al Blue Note

Grande jazz al Blue Note con il celebre sassofonista americano Joshua Redman in trio con Reuben Rogers contrabbasso e Gregory Hutchinson batteria per tenere quattro concerti, gli ultimi due questa sera agli orari consueti del club. Agli esperti e al pubblico viene offerta l'opportunità di ascoltarlo in un momento particolare della sua carriera, che sembra avviata alla maturità dopo fasi alterne meritevoli di qualche riflessione. Redman ha appena compiuto quarant'anni. Li ha festeggiati con un cd fresco di stampa, «Compass» per Nonesuch, assai diverso e migliore dei precedenti a suo nome che sono ormai numerosi. Nel disco, oltre ai due comprimari che accompagnano il leader al Blue Note, ci sono Larry Grenadier contrabbasso e Brian Blade batteria. Si tratta perciò di un quintetto con parti raddoppiate, ma non è questo il punto. Le tredici pregevoli composizioni, tutte di Redman, sono eseguite con un interplay che attribuisce pari importanza alle fonti sonore e con una tendenza all'implicitazione del ritmo come aveva insegnato il compositore Jimmy Giuffre. I risultati sono eccellenti. Dai concerti del Blue Note ci si attende una conferma, tanto più che la sequenza dei temi non sarà troppo dissimile.

È noto che Joshua Redman è figlio di uno dei migliori sassofonisti del jazz di ogni tempo, Dewey Redman, scomparso nel 2006 a 75 anni, che collaborò fra gli altri con Ornette Coleman e Keith Jarrett. L'ultima apparizione di Dewey e Joshua insieme avviene all'Umbria Jazz estiva del 1995.

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