Scandalo calcioscommesse, il bookie confessa: sono state truccate tre partite con tanti gol

Fiorentina-Roma 2-2, Lecce-Cagliari 3-3 e Genoa-Lecce 4-2 le sfide incriminate. Signori descritto come regista delle operazioni. Il giallo della Procura federale: perché il rapporto della Mobile è del 14 maggio, ma il funzionario avvisa i capi soltanto il 25? Scommesse e minacce ai calciatori: la camorra punta (anche) sull'estero

Scandalo calcioscommesse, il bookie confessa:  
sono state truccate tre partite con tanti gol

Milano - In effetti era semplice. Nei giorni scorsi, di fronte al­le ultime rivelazioni di Repub­blica e del Giornale sui passi avanti dell’inchiesta sul lato oscuro del calcio italiano, ci si chiedeva: se ci sono tre parti­te di serie A sotto accusa, per­ché ci sono solo cinque squa­dre sotto tiro? Perché solo Fio­rentina, Roma, Cagliari, Ge­noa e Lecce? La sesta squadra che fine ha fatto? Il mistero viene chiarito ieri, quando tra­pelano alcuni passaggi del verbale riempito da Massimo Erodiani, bookmaker abruz­zese finito al centro del vorti­ce di scommesse facili e parti­te truccate. Erodiani viene sentito dopo che il suo amico e complice Marco Pirani ha iniziato a vuotare il sacco. È stato Pirani il primo a indica­re le tre partite di serie A in cui «i risultati previsti si sono rea­lizzati».

E dalle domande che il ma­gistrato fa a Erodiani si capi­sce perfettamente quali sono le tre partite dell’ultimo cam­p­ionato finite sotto la lente de­gli inquirenti. Ed eccole, le tre partite. La prima è Fiorentina-Roma, 20 marzo 2011. La se­conda è Lecce-Cagliari, 17 aprile. La terza è Genoa-Lec­ce, 23 aprile. Il Lecce compa­re due volte, ecco perché i con­ti non tornavano. Tre partite che sono accomunate da una caratteristica precisa: la piog­gia di gol. Fiorentina-Roma fi­nisce 2-2, Lecce-Cagliari 3-3, Genoa-Lecce 4-2. Goleade, spettacolo, e qualcuno che ­sospettano gli inquirenti - si è arricchito facilmente. Per quanto riguarda Fiorentina-Roma, gli inquirenti sanno che i clan avevano avuto indi­cazioni precise per puntare sull’ over ,il risultato con alme­no tre gol. Indicazioni analo­ghe erano arrivate anche per le due partite del Lecce. Non è il solo dettaglio inte­ressante che emerge dall’in­terrogatorio di Erodiani. Dei tre presunti «biscotti» della se­rie A, l’allibratore pescarese dice di sapere poco o nulla. Ammette le sue colpe, ma punta a dipingersi come un pesce piccolo, un uomo da se­conda o terza fascia. Ma getta un flash esplicito su quelli che indica come i piani alti del sistema. In particolare il «giro dei bolognesi», quello che ha la sua base operativa nello studio di alcuni com­mercialisti in via Ugo Bassi, nel capoluogo emiliano, e di cui fa parte anche il nome più blasonato finito finora nell’in­chiesta: Beppe Signori, già at­taccante del Bologna, della Lazio e della Nazionale.

Racconta Erodiani di esse­re entrato nel giro delle parti­te truccate per cercare di recu­perare i soldi che gli doveva Marco Paoloni, portiere della Cremonese e poi del Bene­vento. Piccolo cabotaggio, di­ce. Ma poi andò a Bologna, a partecipare ad una riunione con quelli del giro emiliano. E lì, dice, mi resi conto che la lo­ro disponibilità economica era enorme. Alla riunione, di­ce, c’era anche Beppe Signo­ri. Si parlò, dice, anche di In­ter- Lecce. Restai impressio­nato, ripete l’allibratore, dal­la quantità di soldi di cui si parlava, e che dava al giro la possibilità di condizionare anche le partite di serie A. Sembrava, dice, che ci fosse un vero e proprio tariffario. Per ogni incontro, l'organizza­zione era in grado di stanzia­re trecentomila euro. E Signo­ri, sostiene sempre Erodiani, sembrava quello con la dispo­nibilità economica maggiore di tutti. Man mano che si va avanti, gli inquirenti si domandano con sempre maggiore fre­quenza: e l’ufficio inchieste della Figc, che cosa faceva? É ipotizzabile un reato di omis­sione di atti d’ufficio? Dome­nica si era saputo che un rap­porto della Squadra Mobile di Cremona affermava che Massimo Erodiani era in con­tatto con un funzionario della Procura federale, a cui aveva raccontato praticamente tut­to senza che accadesse nulla.

Ieri la Federazione ammette: «La procura della Federcal­cio è a conoscenza dal 25 mag­gio della denuncia fatta da Massimo Erodiani, gestore di alcune ricevitorie in Abruzzo, sulla figura dell’ex portiere della Cremonese, Marco Pao­loni ». Peccato che le date non tornino.

Il rapporto della Mo­bile è del 14 maggio, e a quella data i contatti tra Erodiani e un funzionario della Figc era­no già in corso. Perchè l’uo­mo della Federcalcio mette nero su bianco quello che sa, in una mail ai capi, solo il 25 maggio, dopo che la Procura di Cremona ha chiesto di fare partire gli ordini di cattura?

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