Bari - Sette anni dopo gli arresti (e le successive scarcerazioni) e quattro anni prima che si prescriva anche l'ultimo reato, quello associativo, la Procura presso il Tribunale di Bari ha concluso con ventiquattro richieste di rinvio a giudizio, e alcune altre di archiviazione, le indagini sulla missione Arcobaleno. L'operazione umanitaria fu voluta nel '99 dal governo D'Alema in Albania per sostenere i kosovari in fuga dalla loro terra bombardata dalla Nato per scacciare le truppe dell'allora leader serbo Slobodan Milosevic. Secondo l'accusa, durante e dopo la missione Arcobaleno il vertice e i quadri intermedi della Protezione civile (tra questi l'allora sottosegretario e capo della struttura, Franco Barberi) diedero vita ad un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione (peculato, concussione, corruzione, abuso d'ufficio, turbata libertà degli incanti) e «ogni altro reato necessario o utile per il proseguimento degli scopi illeciti». L'attività del sodalizio criminale - secondo l'accusa - cominciò in occasione della missione umanitaria e proseguì successivamente per «acquisire il controllo completo ed incondizionato della costituenda Agenzia della Protezione civile, inserendo nella stessa propri membri o loro prestanome».
All'associazione per delinquere - sempre secondo la Procura - avrebbero preso parte oltre a Barberi, Roberto Giarola, Fabrizio Cola, Massimo Simonelli, Luciano Tenaglia, Alessandro Mobono, Emanuele Rimini, Luca Provolo e Antonio Verrico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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