Avetrana - Tracce di sangue su alcune cinture e due capelli ritrovati su una corda. Sono queste le ultime novità al vaglio degli investigatori che si spera possano aiutare a far luce sul delitto di Sarah Scazzi. Su alcune delle 49 cinture sequestrate in casa di Michele Misseri il 6 novembre scorso i carabinieri del Ris di Roma hanno individuato diverse macchie ematiche. Tra le cinture sequestrate, c’è anche quella che lo stesso Michele, nell’ultimo interrogatorio del 5 novembre in cui ha scaricato la responsabilità dell’omicidio sulla figlia Sabrina accusandosi invece del vilipendio e dell’occultamento del cadavere, ha indicato come arma del delitto. La cinta è stata recuperata nella Seat Marbella di Michele, sotto la ruota di scorta. Nessun commento da parte dei magistrati inquirenti, sulle indiscrezioni dei Ris. "Ancora a noi nessuno ha detto nulla", ha commentato un magistrato che segue l’indagine.
I capelli Sulla corda che Michele Misseri avrebbe utilizzato per calare il cadavere della nipote Sarah nel pozzo sono stati invece ritrovati due capelli, di colore castano scuro. La corda era poi stata lasciata nell’Opel Astra della moglie, Cosima Serrano. Al momento non si sa a chi appartengano quei capelli. Nelle prossime ore prenderanno il via gli accertamenti.
Incidente probatorio Mentre prosegue l’attesa per conoscere le motivazioni in base alle quali il tribunale del Riesame ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa di Sabrina Misseri per far scarcerare la ragazza, si è ampliato il collegio difensivo della stessa Sabrina. Ad occuparsi del caso, oltre agli avvocati Vito Russo ed Emilia Velletri, si è aggiunto anche l’avvocato Francesca Conte, del foro di Lecce.
Ed è stata proprio quest’ultima, dopo aver avuto un colloquio di un’ora circa in carcere con Sabrina, a riferire che la cugina di Sarah assisterà venerdì prossimo all’esame del padre Michele nella forma dell’incidente probatorio, chiesto dalla Procura e disposto dal gip del tribunale di Taranto Martino Rosati. "La prima sensazione - ha detto Conte - è che ci troviamo di fronte ad un persona innocente. Se diamo tempo agli inquirenti di lavorare, la verità verrà fuori".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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