Chi di noi non ha sognato una scuola senza voti e senza giudizi, con la libertà di agire liberamente senza imposizioni e controlli, con insegnanti guida che non trattino i bambini come fantocci? Una certa Maria Montessori non solo lo ha sognato, ma lo ha realizzato, sviluppando il metodo Montessori e, aprendo nel 1907 a Roma, la sua prima scuola, Casa dei bambini. Oggi di scuole così ne esistono sessantamila in tutto il mondo.
Nasce nel 1870 a Chiaravalle, piccolo paese vicino ad Ancona. Da subito, Maria appare una bambina molto sveglia e vivace ma appena inizia gli studi, emerge che a scuola non è brillante. Anzi. Si posiziona tra le ultime della classe e gli insegnanti non le sono di certo d’aiuto, dimostrandole poca stima. Anche nello studio del pianoforte non eccelle, così da abbandonare le lezioni molto presto.
Altri due fattori contribuiscono a questi insuccessi, una lunga rosolia, che le fa perdere settimane di scuola, e un padre rigido che la vorrebbe casalinga o al massimo maestra. È vero che Maria fino agli undici anni sembra non essere un genio, ma è altrettanto vero che crescendo comincia ad appassionarsi a quello che legge e a incasellare soddisfazioni necessarie per diventare una donna unica.
Si appassiona alle materie scientifiche a tal punto che nel 1896 è la terza donna in Italia a laurearsi in medicina. Si rivela da subito una donna di grande personalità in un ambiente, come quello medico, fatto di soli uomini che la ostacolano, ma di certo non si fa intimorire, a tal punto che si laurea una seconda volta in filosofia. È inarrestabile, si impegna per i diritti delle donne, inizia a studiare lo sviluppo comportamentale dei bambini disabili, fonda la sua prima scuola e scrive il suo libro "Il metodo della pedagogia scientifica", che la rende famosa in tutto il mondo. “Aiutiamoli a far da soli” è una delle frasi che ama ripetere spesso e che racchiude il "pensiero Montessori" sul metodo educativo sul quale lavora giorno e notte.
Da questa sua intuizione felice cambia tante cose: fa costruire sedie e banchi piccoli e librerie basse cosicché i bambini non debbano chiedere aiuto agli insegnanti. Ritiene che il più grande successo per un insegnante sia poter dire: "I bambini stanno lavorando come se io non esistessi".
Questa magnifica storia non solo ci fa vedere come una scema del villaggio
diventa un genio del mondo ma anche che spesso il pregiudizio ha vita breve.Dimenticavo… ultima curiosità: sul pianeta Venere, un immenso cratere di quaranta chilometri è stato dedicato a lei.
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