L'Aquila - Caccia allo sciacallo. Anche nel giorno dei funerali delle vittime del terremoto all'Aquila. Ma i quattro cittadini romeni bloccati e poi arrestati con l'accusa di approfittare di una casa abbandonata sono stati assolti nel primo processo celebrato nella città abruzzese dal giorno del sisma. L'allarme è scattato proprio mentre si seppellivano le vittime del terremoto.
Nei campi attrezzati sono stati scoperti falsi terremotati che si erano intrufolati nelle tendopoli per prendere, senza averne diritto, i materiali per gli sfollati. Ma soprattutto i servizi antisciacallaggio predisposti dalle forze dell'ordine hanno bloccato i quattro romeni sorpresi con quella che ipotizzavano essere la refurtiva, in un paesino alle porte del capoluogo, San Panfilo D'Orce. Del gruppo faceva parte anche una badante che è stata sospettata di aver organizzato il furto. La donna non avrebbe restituito le chiavi dell'abitazione dell'anziano che assisteva ed avrebbe chiamato tre suoi connazionali: insieme, questa l'ipotesi degli investigatori, sarebbero entrati nella casa, rubando oro e denaro contante.
Il processo a tempo di record Nella scuola della guardia di finanza che ospita anche il coordinamento dei soccorsi e che è diventata anche il quartier generale della giustizia, il loro arresto è stato convalidato. Quindi il processo con rito abbreviato. L'avvocato difensore, Gianluca Totani, ha sostenuto che i quattro stavano ripartendo dall'Abruzzo dopo che la badante dell'anziano, Elena Vicu, aveva deciso di allontanarsi. La donna, ha spiegato il legale, stava riprendendo le sue cose in casa prima di andarsene. Lo stesso pm ha chiesto l'assoluzione dall'accusa del tentativo di furto per tutti e quattro. Ed il giudice monocratico li ha assolti, dichiarando di non doversi procedere nei confronti della donna per la violazione di domicilio dell'anziano assistito perché l'uomo non ha presentato querela. Sei mesi sono stati però inflitti ad uno degli imputati poiché aveva una mazza da baseball in auto.
Sventati sul nascere, invece, altri atti di sciallaggio, questa volta veri, scoperti nei campi di accoglienza dove si distribuiscono viveri e vestiario ai terremotati. Sono stati gli operatori della Protezione Civile ad accorgersi che qualcosa non andava. Nella tendopoli di Piazza d'Armi, la più grande dell'Aquila, erano stati scoperti alcuni cittadini cinesi, romeni e marocchini che portavano fuori dai cancelli materiali a ripetizione, inventando di volta in volta delle scuse con gli operatori che gestiscono l'accesso. Cibo e vestiti, è il sospetto della protezione civile, venivano poi venduti fuori del campo, anche in altre aree della città. A riferire gli episodi é stato uno dei responsabili della Protezione civile di Marostica (Vicenza), Angelo Costenaro, che ha fatto scattare controlli serrati.
A L'Aquila l'esercito rafforzerà le squadre delle forze di polizia già impegnate nella
vigilanza e nei pattugliamenti antisciacalli. Le squadre miste esercito-forze dell'ordine saranno coordinate dal ministero dell'Interno attraverso il prefetto Franco Gabrielli e il questore Filippo Piritore, dell'Aquila.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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