Idrogeno e ossigeno spaziali: lo "scambio" di atomi dall'universo alla Terra

Le particelle che compongono i nostri corpi e qualunque altra cosa abbia calcato il nostro pianeta vengono continuamente scambiati nel corso dei millenni. E alcuni provengono anche dalle stelle

Idrogeno e ossigeno spaziali: lo "scambio" di atomi dall'universo alla Terra
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I nostri corpi, il mio corpo, il corpo. Pensiamo sempre alle cellule che lo compongono e che si rinnovano continuamente (quando iniziano a replicarsi male sono problemi, o si sta semplicemente invecchiando), raramente agli atomi, che sembrano una cosa più astratta. Eppure tutto è fatto di atomi, voi che state leggendo, il vostro smarthphone, la sedia su cui siete seduti, il cielo, i pianeti, le stelle, tutto ciò che vedete intorno a voi: atomi.

A proposito leggo di un nuovo studio di astronomi dell’Università di Washington, pubblicato su The Astrophysical Journal Letters: grazie al telescopio spaziale Hubble abbiamo scoperto una specie di nastro trasportatore cosmico che avrebbe spinto atomi di carbonio e ossigeno nella via Lattea ancora prima della formazione del Sistema Solare. «Lo stesso carbonio nei nostri corpi ha molto probabilmente trascorso quantità di tempo fuori dalla galassia» dice Jessica Werk, una delle coautrici dello studio.

Interessante il trasferimento atomico intergalattico, ma non poi così speciale come pensiero, se pensiamo che gli atomi di idrogeno si sono formati tredici miliardi di anni fa, quando non c’erano le miliardi di galassie che compongono l’universo visibile. Se beviamo un bicchiere d’acqua, per ogni molecola di quell’acqua ci sono due atomi di idrogeno e uno di ossigeno. Che finiscono nel nostro corpo, costituito dal circa il 60% di acqua, materia antichissima che è stata ovunque, in altre cose, in altri corpi.

In ogni caso possiamo avere il carbonio intergallatico nel nostro corpo, l’idrogeno dei primordi dell’universo, ma mi vorrei soffermare in generale sugli atomi e sulla vita sul nostro pianeta. Gli atomi di cui siamo fatti sono gli stessi di cui erano fatti i dinosauri, esitinti sessantomilioni di anni fa: probabile abbiate degli atomi di T-Rex sul vostro naso.

Ma probabile abbiate un po’ di tutto. Qualche atomo di Napoleone, un altro di Proust, un altro di Hitler, atomi di Neanderthal (e di quello anche il 4% di DNA). Perfino di persone viventi, visto il numero delle cellule che perdiamo ogni giorno e che entrano nel riciclo e diventano altre cose. Non lo so, vi piace Tom Cruise? Potreste avere degli atomi che sono stati nel corpo di Tom Cruise. Così per tutti gli oggetti che vi circondano, fatti di atomi vecchi miliardi di anni. Ovviamente dove sono questi atomi non lo sapremo mai, perché un atomo di carbonio (elemento fondamentale per la vita) vale l’altro, e dentro non c’è un registro quantistico tipo passaporto per sapere dove è stato.

C’è anche un misticismo sugli atomi, probabilmente derivato da un’interpretazione spiritualista e new age della relatività di Einstein, secondo la quale la materia e l’energia sono la stessa cosa, e una piccola quantità di materia può produrre grande quantità di energia (altro che spiritualità, i giapponesi hanno provato la scoperta di Einstein sulla loro pelle a Hiroshima e Nagasaki). Per cui ci sono quelli che esorcizzano la morte dicendo: «le mie molecole diventeranno parte dell’universo», il problema è che saranno solo molecole, composte di atomi, e non si chiameranno Maria, Gino, Steve, Adolf.

Tuttavia è una suggestione in cui ogni tanto casco anche io (da vivo, non pensando alla morte). Per esempio il mio idolo è Freddie Mercury, e sono andato nei suoi luoghi alla ricerca ideale delle sue molecole (cerca il reportage che ho scritto qui sul Giornale). Dopo ci ho pensato: ma gli atomi di Freddie potrei averli addosso io! Non tutti, qualcuno. Di certo tredici miliardi di anni fa eravamo tutti nello stesso punto, tutto ciò che esiste e è esistito era nello stesso punto.

Eravamo tutti lì, ma lì non c’era nessuno. Ora siamo polvere di stelle, ma anche le stelle muoiono. Per formare altre stelle, finché nell’intero universo, dopo la sua morte termica, non ci sarà più neppure un atomo. Niente e nessuno, come all’inizio.

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