Italian Journal of Psychiatry: secondo i giocatori patologici le regolamentazioni peggiorano la loro condizione

Uno studio su giocatori d’azzardo patologici in Italia rileva che le restrizioni sul gioco fisico sono inefficaci e il gioco online resta facilmente accessibile. Serve una regolamentazione più ampia per ridurre i rischi.

Italian Journal of Psychiatry: secondo i giocatori patologici le regolamentazioni peggiorano la loro condizione
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Un recente studio pubblicato sull’Italian Journal of Psychiatry dal titolo “Il punto di vista dei giocatori d’azzardo patologici sulla riduzione del danno e la prevenzione: uno studio osservazionale nel mondo reale”, è stato condotto da Giovanni Martinotti, Mauro Pettorruso, Francesco Di Carlo, Ilenia Rosa e altri, ha analizzato le opinioni dei giocatori d’azzardo patologici in Italia sulle politiche di riduzione del danno e prevenzione. Il Disturbo da gioco d’azzardo è riconosciuto come un problema di salute pubblica crescente, con un impatto significativo sia a livello individuale che sociale. In Italia, il fenomeno sta assumendo proporzioni preoccupanti, con un aumento del numero di persone colpite e una regolamentazione che sembra inefficace nel contenere i rischi legati al gioco.

Lo studio, di natura osservazionale e trasversale, ha coinvolto 104 partecipanti di età compresa tra i 18 e i 75 anni, tutti con una diagnosi certificata di Disturbo da gioco d’azzardo. La raccolta dati si è svolta presso centri clinici distribuiti su tutto il territorio nazionale e ha previsto l’uso di questionari per valutare i comportamenti di gioco e le percezioni dei partecipanti sulle attuali normative. Tra gli strumenti utilizzati per confermare la diagnosi e valutarne la gravità, è stato impiegato il South Oaks Gambling Screen (SOGS).

I risultati hanno mostrato che il 87,5% dei partecipanti era di sesso maschile, il punteggio medio SOGS era di 10,2, indice di un Disturbo da gioco d’azzardo da moderato a grave. In media, i giocatori patologici perdono il 44,4% del proprio reddito mensile nel gioco d’azzardo e oltre la metà del campione (51,6%) ha accumulato debiti a causa di questa dipendenza. Le forme di gioco più utilizzate sono risultate essere slot machine fisiche (53,1%), scommesse online (50%) e scommesse in presenza (43,7%). Un dato particolarmente significativo è che il 75% dei partecipanti pratica più forme di gioco d’azzardo, con un 59,4% che utilizza piattaforme online. Pare infatti auto evidente che nonostante il gioco fisico e quello online siano parimenti utilizzati, l’unico a subire importanti limitazioni, come distanze dai luoghi sensibili o orari di attività, é quel gioco legato alle slot, mentre l’online é sempre totalmente accessibile senza limiti e cresce esponenzialmente.

Sul fronte della regolamentazione, il 71,9% degli intervistati ritiene inefficaci le attuali restrizioni sul gioco fisico, mentre il 70,6% sostiene che il gioco online consenta di aggirarle facilmente. In generale, il gioco d’azzardo online viene percepito come più accessibile (81,1%) e in grado di offrire sessioni di gioco più lunghe (45,4%). Questi dati suggeriscono che le attuali misure normative, focalizzate prevalentemente sul gioco d’azzardo fisico, potrebbero essere inadeguate a ridurre i danni associati al Disturbo da gioco d’azzardo.

L’analisi delle risposte indica la necessità di una strategia più ampia e unificata, che regolamenti in modo coerente sia il gioco fisico che quello online. I partecipanti hanno espresso il desiderio di misure più efficaci per il contenimento del fenomeno, come una regolamentazione più stringente sulle piattaforme digitali e un rafforzamento delle strategie di prevenzione. L’assenza di un approccio coordinato che consideri tutte le modalità di gioco rende le attuali restrizioni poco efficaci nel limitare i rischi del Disturbo da gioco d’azzardo.

Lo studio evidenzia la necessità di ricerche utili a monitorare nel tempo gli effetti delle regolamentazioni e comprendere meglio l’evoluzione del fenomeno.

L’obiettivo è quello di sviluppare politiche di prevenzione più efficaci, capaci di contrastare il Disturbo da gioco d’azzardo in tutte le sue forme e garantire una maggiore tutela ai soggetti vulnerabili. Ad oggi le restrizioni adottate da Regioni e Comuni sono pertanto bocciate, sia dagli psichiatri che dai giocatori stessi.

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