Lo scippatore assassino era fuori per indulto

da Desio (Milano)

Scacco matto all’assassino. Caso chiuso. Tutto torna nella ricostruzione del brutale scippo che è costato la vita ad Antonietta Mariani, la pensionata di 77 anni ammazzata da un balordo deciso a stapparle la borsetta.
I carabinieri del capitano Vincenzo Barbato hanno ricostruito la dinamica del fatto. Sono partiti a colpo sicuro. In carcere è finito Pierluigi Saccullo Russello, 31 anni, nato a Torino, da qualche mese trapiantato a Desio in un vecchio e trasandato locale in via Garibaldi 171. Un criminale, rimesso in libertà grazie all’indulto. Titolare di un fascicolo penale alto così. Stava dentro per rapina e sequestro di persona. Finito nel tunnel della droga si faceva d’eroina con dosi da far paura.
Capelli scuri fino a coprirgli le spalle, pizzetto, trasandato, senza denti venerdì alle 12.30, in sella alla sua Honda 900 cbr, ha seguito la vittima per almeno seicento metri. Quindi ha deciso l’aggressione. Svelto, senza scrupoli, ha afferrato la borsa della vittima. Lei a dispetto dell’età non si è arresa facilmente, ha tentato di resistere ma lo strattone le ha fatto perdere l’equilibrio e lo scippo è finito in tragedia. Antonietta Mariani cade sull’asfalto: un volo a piombo. Sbatte la testa sull’asfalto e non si riprende più. Nessun bastone o nessuna spranga è stata usata contro di lei, come si era pensato in un primo momento. Ma l’epilogo dello scippo non è cambiato. Il cuore della donna cessa di battere alle nove di domenica sera. I dottori del San Gerardo di Monza hanno fatto il possibile: tutto inutile.
Cominciano le indagini, i militari dell’Arma lavorano senza soste: incrociano i dati, ascoltano i testimoni. Qualcuno afferma che lo «sdentato» poco prima dell’agguato è entrato all’Esselunga. Gli investigatori piombano nel centro commerciale e se ne vanno con la videocassetta: le immagini sono nitide. L’eroinomane è andato lì per scattarsi le foto tessera, perché deve rinnovare la carta d’identità. Indossa una maglietta scura. Dietro c’è stampato un serpente. Qualche minuto e risale sul bolide: è pronto per colpire. Forse è imbottito di droga.
Antonietta Mariani, attraversa via Milano, passa sul piazzale di un distributore di carburante. Il balordo s’avventa contro la vecchietta come una furia. L’impianto della Esso è sorvegliato da telecamere. Registrano tutta la scena. I carabinieri ne hanno abbastanza da identificarlo. Non hanno dubbi: è l’uomo che cercano per un’altra decina di scippi in zona. Domenica a mezzanotte bussano alla sua porta. Lo caricano sulla gazzella che parte verso la caserma. Nel locale dove vive trovano la prova regina che lo inchioda: la borsetta con i documenti della povera donna. Dentro ci sono 40 euro, gli altri settecentoquaranta, la somma della pensione appena riscossa alla posta, l’assassino li ha bruciati per gonfiarsi le vene d’eroina.
Si era già preparato la valigia per scappare nella notte, per fuggire lontano, per tentare l’impossibile impresa di lasciarsi alle spalle l’orrore di quel che aveva combinato.
Antonio Pizzi, il procuratore capo della Repubblica di Monza parla di «un reato di grande allarme sociale, ma la risposta determinata dal coordinamento della magistratura e delle forze dell’ordine sono state rapide e hanno contribuito a rassicurare i cittadini.

Il capo d’imputazione - aggiunge - per noi è di omicidio volontario. È necessaria una linea forte. Spetterà al Giudice delle Indagini Preliminari accogliere la nostra richiesta oppure riqualificare il reato. Staremo a vedere».

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