Scollato e leggero L'abito contro l’afa

Alle sfilate di Milano le ultime tendenze per l’uomo: ricerche sul bianco e sui colori, collo al vento e tessuti impalpabili per non soffrire il caldo

Scollato e leggero  
L'abito contro l’afa

Milano - Da ieri si sono accesi i riflettori sulle passerelle parigine, ma dopo le sfilate di Milano Moda Uomo per la primavera estate 2009 è già possibile fare il punto della situazione visto che i nostri stilisti hanno cercato soluzioni nuove a problemi contemporanei come l’emergenza climatica, il calo del desiderio e la voglia di recuperare spazio al relax.

CALOR BIANCO
Le tinte scure assorbono l’80 per cento dei raggi solari trasmettendone il calore al corpo. Ecco perché d’estate ci si veste spesso di bianco ma gli stilisti hanno trovato nuove sfumature al non colore. Massimiliano Giornetti ha avvolto il moderno maharaja di Ferragamo nel luminoso candore di una perla barocca con sfumature di rosa, arancio e azzurro chiaro. Malo ha presentato una bella collezione di polo con 12 tonalità di bianco grazie al nuovo direttore creativo: il bravissimo Alessandro Dell’Acqua. Invece Prada ha sovratinto prima con l’indaco e poi con il bianco le sue sottili maglie da uomo ottenendo un’inedita tonalità tra l’avorio e la biancheria del nonno.

L’UOMO IN TECHNICOLOR
Mai vista una simile ricerca cromatica per la moda maschile. Raf Simons ha usato il colore a blocchi per dare un nuovo ritmo ai completi di Jil Sander. Divertentissimi gli accostamenti tropicali di Frida Giannini per Gucci, spettacolare il blu di Emporio Armani, spirituali i toni indiani di Giorgio Armani. Colori vitaminici da Francesco Martini Coveri, rinfrescanti da Pietro Gazzarini, sofisticati e terrosi da Les Hommes, abbacinanti quelli di Marni. Roberto Cavalli ha utilizzato le foto scattate durante un suo viaggio giovanile in Africa come punto di partenza per le fantasmagoriche stampe dei nuovi jeans.

LEGGERI COME L’ARIA
Per ottenere la straordinaria leggerezza dei modelli gli stilisti hanno fatto ricerche tra i cosiddetti tessuti man made. Li ha usati perfino Antonio Marras che preferisce la poesia alla tecnologia. Nella sua convincente collezione ispirata al lavoro dell’artista Luigi Ontani, tutto aveva un aspetto vissuto ma non vintage e sembrava volare. Volavano davvero i modelli di Allegri costruiti con nylon o poliestere modificati dalle nanotecnologie. Giovanni Vidotto per il raffinato uomo di Ferrè ha utilizzato l’Abaca, una fibra vegetale che sembra lino ma non si stropiccia. Sulla pelle peso piuma Belstaff ha scritto una pagina memorabile come quella firmata da Cavalli per la sahariana in nappa laserata con un effetto minareto tridimensionale. Straordinaria la ricerca di Vincenzo De Cotiis per Haute sul riciclo dei tessuti.

SEDUZIONI
«Tutto il potere al decollété» dicono all’unisono Miuccia Prada e Giorgio Armani proponendo inedite scollature. Da molte collezioni scompare la cravatta oppure è una sottile striscia di tessuto e i revers delle giacche diventano minuscoli. Tra le più belle ci sono quelle di Tomas Maier per Bottega Veneta, mentre in cerca di nuovi argomenti alla seduzione maschile Alexander McQueen lancia le trasparenze da uomo ed Ermanno Scervino riesce a dare virilità perfino all’organza tecnologica tinta in un pallido glicine.

ACCESSORI E MAGLIERIA
Quest’uomo si concede tanti lussi tra cui le pantofole ricamate che Cesare Paciotti chiama Flavio in omaggio all’amico Briatore.

Quest’uomo ha bisogno di morbidezza per cui ecco i pullover in cachemire estivo di Ballantyne. La maglieria di Alessandro Dell’Acqua è un capolavoro di sofisticata leggerezza. Tod’s rilancia la moda anni Settanta della moneta infilata nella mascherina delle scarpe.

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