Dopo tanto parlare di mail e telefonini, sono stati ancora i media tradizionali a vincere. Le indiscrezioni hanno fatto prima dell’ufficialità e allora, alle sei di ieri mattina, ora italiana, quando gli agenti dei servizi segreti lo hanno messo sotto scorta, tutti hanno saputo. Il vice di Obama sarà Joseph Biden, cattolico di 65 anni, da 35 senatore democratico del Delaware, il secondo Stato più piccolo degli Usa, il primo a ratificare la Costituzione nel 1787. Alla fine Obama ha scelto: un uomo di esperienza, un gran conoscitore di politica estera, un veterano di battaglie al Congresso. Insomma, qualcuno che coprisse quelle che venivano additate come le sue lacune più gravi: Biden è al Senato da quando il giovane Barack aveva 11 anni, è stato a capo di varie commissioni fra cui proprio la Commissione affari internazionali. In più, oltre alle doti politiche, il senatore del Delaware porta in dote anche la propria fede: i cattolici rappresentano quasi il 25 per cento della popolazione e la scelta di Obama potrebbe aiutarlo a fare breccia in questo determinante gruppo elettorale.
I due nuovi running mate per la Casa Bianca hanno fatto il loro debutto in società già ieri: si sono presentati assieme a Springfield, capitale dell’Illinois, e dalla piazza dove il candidato democratico annunciò la sua discesa in campo, hanno lanciato il loro messaggio di «cambiamento più esperienza». E fra i due c’è già sintonia: il vice parla della «grande forza interiore di Barack », mentre il candidato elogia il modo in cui «ha cambiato Washington senza farsi cambiare ». E se Biden è famoso per le gaffe nei discorsi, a commetterne una questa volta è stata Obama, che lo ha presentato come «il prossimo presidente degli Usa», salvo poi correggersi.
Ma sulla scelta del senatore dell’Illinois i repubblicani sono partiti all’attacco: «Biden? È stato il primo a non ritenere Obama abbastanza esperto per correre per la presidenza, durante le primarie democratiche» ha commentato un portavoce di John McCain, ricordando anche che nel 2003 votò a favore della guerra in Irak (salvo poi criticare ferocemente la gestione Bush). Il tandem democratico ora dovrà affrontare la Convention di Denver, dove si troverà davanti, a meno di stravolgimenti dell’ultima ora, un partito diviso.
Hillary Clinton, che pure ha speso parole d’elogio per Biden, non ha gradito l’esclusione e il poco impegno di Obama nel ripianare i suoi debiti e parte dei suoi delegati potrebbero fare fronda contro la nomination del senatore dell’Illinois, dando l’immagine di un partito diviso e fornendo così un assist non da poco ai repubblicani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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